Se pensiamo che il body shaming sia solo maleducazione e atteggiamento pettegolo, siamo in errore. Dietro l’insulto e la presa in giro di persone per il loro aspetto fisico si configurano ipotesi di reato (anche gravi).


Catalogato nell’immaginario dei più come un atto poco elegante, pettegolo, insensibile, la troppo diffusa presa in giro degli altri per il loro aspetto fisico ci fa spesso dimenticare quanto, come umani e cittadini, siamo responsabili delle nostre azioni e delle nostre parole.

Ma io sono un’avvocata, do peso alle parole.
E sono Valentina Fiorenza, e do peso agli umani e alle loro azioni.

Quindi oggi facciamo un esercizio, che tempo addietro su Instagram, nel periodo del body shaming ai danni di Giovanna Botteri da parte dei conduttori di Striscia la Notizia, ho definito “un gioco di stile” e vi faccio notare quante ipotesi di reato anche grave si configurano dietro il body shaming, soprattutto se attuato in determinati modi, attraverso determinati mezzi e con determinate conseguenze.

Che cosa è il Body Shaming

Si definisce con il prestito linguistico dall’inglese body shaming (da body, corpo; shaming, far vergognare qualcuno) l’azione di denigrare, deridere, sbeffeggiare una persona puntando l’attenzione su uno o più dettagli fisici.

Nel caso della giornalista inviata Rai Giovanna Botteri, ad esempio, i conduttori del programma satirico Striscia la Notizia sottolineavano attraverso una reiterata serie di battute il suo essere sciatta, cioè non truccata e non fresca di parrucchiere, durante i collegamenti con il TG (ricordiamo che la giornalista fa spesso, e in particolare all’epoca dei fatti, collegamenti da fronti di guerra o scenari internazionali complessi; nel caso specifico della vicenda, si collegava da un ospedale cinese ai tempi della prima diffusione pandemica).

⁣Non entro nel merito della questione lasciandovi ancora oggi al commento della giornalista stessa che, in quanto a pacatezza e professionalità dovrebbe aver steso tutte le persone dotate di un minimo di cervello che hanno ironizzato sul suo aspetto fisico. ⁣

Nel mondo della comunicazione, quella più manipolativa, che avviene non solo sui media ma ahimè anche tra persone comuni, il body shaming si perpetra per screditare qualcuno, non puntando sulle sue azioni ma sottolineando un aspetto fisico portatore di disagio e vergogna, affidandosi ad antichissimi inconsci collettivi in cui chi non rispettava alcuni standard fisici, non poteva essere meritevole.

Basti pensare agli insulti in diretta di Silvio Berlusconi a Rosy Bindi quando, non sapendo più obiettare su un piano politico durante un dibattito, si abbandonò al povero “lei è più bella che intelligente”.

Ma il body shaming non è solo ai danni delle donne, sia ben chiaro.
Ad esempio, è costante il riferimento alla statura e all’aspetto fisico del politico Renato Brunetta, ogni volta che si vuole criticare la sua linea politica e persino a supporto delle critiche al suo carattere.

Al di là dell’insulto, quando il body shaming si configura come reato?

cyber bullismo
ph- ilayza macayan -unsplash

Il fatto che siamo palesemente circondati, in tv da persone illustri e potenti, ma anche nella vita più tangibile (per non parlare dei social) da persone che usano il body shaming come arma retorica, è bene ricordare sempre che siamo responsabili di ciò che diciamo e scriviamo sui social e il nostro comportamento potrebbe integrare ipotesi di reato. ⁣

Ecco alcune ipotesi di reato configurabili nei casi più pesanti di body shaming.

In genere, il primo passo per chi fa body shaming è l’insulto gratuito con la precipua volontà di screditare l’altro, il suo “buon nome sociale” ( tutti ci teniamo ad essere considerati “brave persone”). ⁣
Questo si può configurare come reato di diffamazione (qualunque nozione, opinione, fatto anche reale ma riportato in modo distorto e tendenzioso, che possa in qualche modo, diretto o indiretto, incidere negativamente sulla reputazione di qualcuno).
Di questo, ne abbiamo parlato nel dettaglio in questo articolo.
NB: se la diffamazione avviene a mezzo social, ci troviamo di fronte alla configurazione aggravata del reato.

Se poi auguriamo un male ingiusto alla vittima, una cosa che potrebbe andare da “fai schifo, qualcuno dovrebbe pensare a toglierti di torno” a “fai schifo, ti dovresti ammazzare” oscilliamo gioiosamente tra i reati di minaccia, istigazione al suicidio e, se il tutto è condito da quel pizzico di atti persecutori che non guasta mai, quando questo tipo di insulto è ripetuto con costanza nel tempo, serviamo pure un po’ di stalking.

cyber bullismo - denuncia
ph. bermix studio -unsplash

Il Body Shaming a mezzo web inoltre può entrare nell’insieme di azioni tipiche del cyber bullismo, e se pensi di esserne vittima, o temi che lo sia una persona a te prossima, qui ti spiego cosa fare.

Se il dettagli fisico sbeffeggiato e offeso è relativo al colore della pelle o ad un tratto associabile ad una componente etnica, beh, siamo di fronte all’istigazione all’odio razziale.

⁣Poi ci possono essere estremi e ipotesi di reato a seconda delle modalità di perpetrazione del body shaming.

Ipotizziamo che io non utilizzi il mio vero nome e, nell’insultare qualcuno, faccia credere di essere qualcun altro, assumendone l’identità. ⁣
Ci potremmo trovare davanti al reato di SOSTITUZIONE DI PERSONA (che comunque è sempre configurabile quando assumiamo l’identità di qualcun altro). ⁣

Il body shaming in sé non è reato.

Si tratta di un atto incivile e stupido, comune e diffuso anche tra i più piccoli (che dovrebbero avere buone guide civiche ed etiche atte a far capire loro che le parole feriscono e hanno un peso da controllare); tuttavia, si perpetra il body shaming in modo così irragionato e crudele che cadere nel reato è molto facile. Praticamente quasi costante.

Se si pensa ancora che all’aspetto fisico si leghino dei valori o disvalori etici o delle capacità specifiche, siamo molto indietro nella scala dell’evoluzione.

Che sia proprio la legge che possa insegnarci, anche in questo caso, a stare al mondo? ⁣


reato body shaming
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