Come fare una segnalazione al Garante della Privacy, quando possiamo farla, che cosa scrivere nel messaggio e che cosa accade dopo la segnalazione.
[Ancora QUELLA newsletter]
Ci siamo disiscritti seguendo tutte le indicazioni date per filo e per segno dalla vostra avvocata bionda del web nell’approfondito articolo su come disiscriversi da una newsletter e nelle infinite storie Instagram sull’argomento.
Dal pulsante “disiscrivimi” alla mail diretta ai creatori di queste comunicazioni non volute, abbiamo seguito tutti i passaggi suggeriti dalla legge e dalla civile vita online.
Eppure quella newsletter che percepiamo come spam, come posta indesiderata, torna da noi, a proporci contenuti che non ci sono mai interessati o che, legittimamente, ci interessavano un tempo e adesso non ci interessano più.
Allora, che fare?
Di fronte alla difficoltà di far rispettare i nostri diritti chiedendolo con le buone, non ci resta che fare una segnalazione dal Garante della Privacy.
Scopriamo come fare e che cosa accade dopo che abbiamo fatto il nostro reclamo al garante.
Come fare una segnalazione al Garante della Privacy?
Prima cosa ovvia e semplice, andare sul sito ufficiale del Garante Privacy, fare un paio di scroll se navighiamo da desktop o quattro-cinque se navighiamo da mobile, e arrivare al tasto URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico).
Il secondo punto dell’elenco che ci appare (modalità di tutela dei dati personali – reclami, segnalazioni), in cui sono indicate le ragioni legittime per mettersi in contatto con questa sezione, ci ricorda che siamo nel posto giusto.
Delle tre modalità di contatto indicate, telefono, orario apertura sportello e email, ovviamente prendiamo comodamente in considerazione l’indirizzo email (urp@gppdp.it)
Cosa scrivere nella mail al Garante della Privacy?
Le modalità di contatto non solo dissimili da quelle di una comune e-mail formale:
- Oggetto dell’email: Segnalazione
- Testo dell’email: spiegate in maniera sintetica ciò che è successo e perché ritenete che il comportamento della controparte sia da controllare.
Indicate pure, magari con un sintetico elenco puntato, quali azioni avete già fatto per non ricevere più la newsletter incriminata o per chiedere a qualunque realtà del web che i vostri dati fossero cancellati.
Ovviamente, scriviamo in italiano chiaro e corretto, ma non c’è bisogno che ve lo dica, vero? Soggetto, verbo, complemento, toni pacati, parole formali e, per l’amor del cielo, non scriviamo frasi o parole IN MAIUSCOLO PER FAR CAPIRE CHE SIAMO ARRABBIATI, perché daremmo solo l’idea che siamo maleducati o pazzi. - Allegati: nella segnalazione al Garante può essere utile allegare, se disponibili, comunicazioni email, screenshot e documenti a sostegno della vostra tesi e disappunto. Ad esempio, potreste inoltrare o allegare la mail con la quale avete chiesto che i vostri dati fossero cancellati e nella quale avete ribadito di non voler più ricevere comunicazioni ai sensi dell’art. 13 GDPR 2016/679 e, ovviamente, la successiva newsletter che avete invece ricevuto ancora e ancora, come se i vostri messaggi fossero al vento.
- Non è obbligatorio ma è utile lasciare alla fine un contatto anche telefonico, per dare ulteriori chiarimenti qualora necessari.
Differenza tra segnalazione e reclamo al Garante della Privacy
Attenzione, però, a non confondere la segnalazione con il reclamo al Garante!
Entrambe le misure sono previste dal Codice della Privacy, entrambe possono portare a provvedimenti sanzionatori ma hanno delle differenze non di poco conto.
Se con la segnalazione possiamo informare il Garante di una situazione poco chiara e l’Autorità stessa può valutare quanto abbiamo indicato anche ai fini sanzionatori, il reclamo apre un vero e proprio provvedimento innanzi all’Autorità. tant’è, che ad esempio, se è già pendente tra le stesse parti un procedimenti dinnanzi all’Autorità giudiziaria, il reclamo innanzi al Garante è improponibile.
Anche le modalità di presentazione di reclamo e segnalazione sono differenti:
nel caso del reclamo al Garante è necessario inviare una raccomandata o una pec, indicare il tipo di violazione che si lamenta (non solo in fatto ma anche in diritto) e, dopo un’istruttoria preliminare, se fondata, il Garante potrebbe procedere alle sanzioni.
Insomma, decidere di proporre reclamo è una cosa decisamente più impegnativa – sotto tutti i fronti – rispetto ad una generica segnalazione ed è opportuno che tale rimedio venga utilizzato cum grano salis.
In tali casi potrebbe essere più opportuno rivolgersi ad un avvocato e, all’esito del reclamo, se positivo, valutare anche una richiesta risarcitoria innanzi al giudice ordinario.
Una preghiera: ricordatevi sempre che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Sì, mi riferisco proprio ai poteri e responsabilità che abbiamo come consumatori.
Non usate un bazooka per uccidere una zanzara e non usate una segnalazione al garante se, con una semplice richiesta all’interessato, potete risolvere il problema.
Ricondivido nuovamente il precedente articolo in cui vi dico come è possibile cercare di risolvere la faccenda senza disturbare il garante della privacy.