E’ possibile fare una segnalazione di pubblicità sessista, violenta o in ogni modo contraria ai principi etici che reggono i codici deontologici e società?
Certo che sì, si può, e adesso ti spiego come.

Usiamo spesso la frase “siamo bombardati da pubblicità”, e usando questa metafora ci vediamo come vittime inermi di un sistema di messaggi che vengono veicolati con forza e violenza attraverso tutti mezzi, dalla tv ai cartelloni stradali, dalla radio all’enorme vespaio di messaggi che è internet.

Ma chi mi segue (saggiamente) nei miei legal show quotidiani su Instagram sa che io non la vedo proprio così. Siamo parte di una società e di un momento storico in cui i messaggi pubblicitari sono parte delle varie forme di comunicazione. E possono essere anche un valore aggiunto per veicolare bene o meglio le nostre scelte di consumo.

Tuttavia, inutile negarlo [e al netto della mia solita lunga premessa bionda, che punta molto sull’auto responsabilizzazione], spesso ci troviamo di fronte a spot e messaggi che per vendere un prodotto mirano proprio allo scandalo, allo straniamento distopico; ci sono state nella storia del marketing molte pubblicità sessiste e sminuenti verso il genere femminile (ce ne sono ancora molte, in realtà)
o discriminatorie verso orientamenti sessuali e che per farsi ricordare, fanno passare in terzo piano ogni forma di etica e di riflessione sui sotto-messaggi trasmessi.

Talvolta le agenzie pubblicitarie creano spot con il chiaro intento di “scandalizzare” per farsi ricordare, cadendo nel tranello facile dell’offesa; altre volte sono gli stessi brief dei brand committenti a chiedere creatività che valichino i confini di etica e buongusto.
Ne vengono fuori spot o immagini aggressive o promotrici di aggressività, offensive verso donne, etnie, minoranze.

Come esiste una tutela dalle fake news esistono anche organi di tutela dalle pubblicità sessiste, razziste o violente; come cittadini abbiamo la possibilità di segnalare queste pubblicità e relativi sotto-messaggi e far attivare delle misure nei confronti di brand, agenzie e distributori dello spot.

(Attenzione, perché se le pubblicità che ci perplimono sono “ingannevoli”, ad esempio promuovono offerte inesistenti o parziali, l’organo al quale dobbiamo rivolgerci è l’agcm, ma su questo tema faremo un approfondimento nel prossimo articolo)

Come e a chi segnalare una pubblicità scorretta.

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ph. Gennifer Miller- unsplash

Se assistiamo in tv o vediamo sui media una pubblicità offensiva e scorretta, possiamo fare una segnalazione all’Istituto Autodisciplina Pubblicitaria, un’associazione riconosciuta ai sensi dell’art. 14 del Codice Civile, che fissa i parametri di onestà e etica per la comunicazione commerciale.

Come recita il loro sito web, “l’istituto fissa i parametri per una comunicazione commerciale onesta, veritiera e corretta a tutela dei consumatori e della leale concorrenza tra le imprese.”

Il Codice di Autodisciplina è vincolante per tutte le aziende che investono in comunicazione, agenzie, consulenti, mezzi di diffusione, concessionarie e per tutti coloro che lo abbiano accettato tramite la propria associazione, o mediante la conclusione di un contratto di inserzione pubblicitaria.

Il che vuol dire, molto semplicemente, che il Codice è vincolante solo tra coloro che decidono di sottomettersi ad esso volontariamente e non è equiparabile alla legge in generale.

Tuttavia, nonostante questo necessario distinguo, poichè i più grandi player del settore fanno parte dell’Istituto Autonomo di Autoregolamentazione Pubblicitaria, il Codice diviene una sorta di “legge senza forza di legge” per tutti gli operatori del settore.

Come si procede alla segnalazione di una pubblicità scorretta?

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ph. Max Muselmann – unsplash

Il procedimento è intuitivo:

  • Andate nella home page, scorrete un po’ verso il basso e troverete la voce “tutti possono fare una segnalazione”
  • Procedete dunque con la compilazione del modulo in cui vi viene chiesto il nome del prodotto o dell’azienda, il mezzo sul quale è diffuso o avete visto lo spot e il motivo per cui state facendo la segnalazione.
  • Potete anche allegre una file (ad esempio una foto)

Come dice la pagina relativa alla procedura e alle sanzioni, ci sarà a seguito della segnalazione un procedimento che stabilisce se effettivamente vi sia stata una violazione del codice di auto disciplina e le azioni necessarie (se ritiro dello spot incriminato e se vi siano anche sanzioni da pagare).

Ma quali spot segnalare? Cosa si intende per pubblicità con messaggi scorretti?

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ph. John Cameron – unsplash

Attenzione, cittadine e cittadini titolari di diritti, che la segnalazione non sia fatta quando una pubblicità non risponde ai nostri gusti e alla nostra etica personale!
In questo caso la segnalazione è inutile e non viene neanche presa in considerazione.

Tanto per cominciare, prima di attirare il generatore automatico di morale, leggiamo il regolamento di Autodisciplina pubblicitaria e capiamo se davvero ci sono gli estremi per una segnalazione.

Se una pubblicità mostra una donna in perizoma e a noi le donne in perizoma non piacciono, stiamo rispondendo ad una nostra morale personale, non alla morale condivisa (e la morale del singolo non è sempre quella più giusta e condivisibile, per non parlare della sensibilità individuale, che porta me a sentirmi offesa per cose che non interessano al resto dell’umanità).

Se una pubblicità mostra una famiglia LGBT e a qualcuno queste non piacciono, questo qualcuno si metta l’anima in pace perché di fatto mostrando l’alterità e la diversità non si viola nessun diritto e nessun codice etico e morale.

Insomma, prima di una segnalazione è bene lasciare le armi da Santa Inquisizione e riflettere. Se ci rendiamo conto di essere davvero di fronte a una pubblicità sessista, uno spot violento (o che lascia passare dei sotto messaggi che inneggiano alla violenza), se siamo di fronte ad una pubblicità che denigra un’etnia, una scelta di vita o un orientamento sessuale tanto da offendere e denigrare la dignità di una categoria di persone (e non solo della nostra singola e personale sensibilità), allora procediamo.

Perché ne abbiamo il diritto e, in fondo, anche il dovere.

segnalazione di una pubblicità