Esiste uno standard di contratto per blogger? Come deve essere un accordo tra blogger e aziende? Cosa inserire e cosa no? Ecco alcune risposte utili
Abbiamo parlato dei contratti per influencer e content creator, in cui spiego come indicare eventuali collaborazioni e post sponsorizzati e che cosa devono fare brand e influencer per non incorrere in segnalazioni e sanzioni.
In questo articolo abbiamo anche capito come creare o chiedere all’azienda che ci contatta una forma di accordo chiaro, che ci chieda di fare davvero il nostro lavoro di content creator e non pretenda cose che esulano da quello che un creator fa per mestiere.
In questo nuovo capitolo parliamo di Blogger e dei contratti/accordi che è bene stipulino con i loro clienti, facendo delle distinzioni specifiche dei principali tipi di accordi che possono essere proposti a questa figura professionale che agisce su una piattaforma propria, su un blog di proprietà di cui è responsabile al 100%.
Prima cosa che ribadisco ogni volta che parlo con tutti e tutte e in particolare con i content creator che lavorano molto (quasi del tutto) online: i contratti non mordono! I contratti sono nostri amici! I contratti rendono più semplice il vostro lavoro.
Perché contrattualizzare una collaborazione con un blogger?
Tanto per cominciare, perché si tratta di un lavoro come gli altri e in genere quando due aziende attivano una collaborazione di scambio prodotti e servizi, i parametri della collaborazione vengono messi nero su bianco con data e firma in calce, proprio per lavorare meglio.
Inoltre, si tratta di un lavoro nuovo, le cui dinamiche spesso sono sconosciute agli enti e alle imprese che collaborano con un blogger e proprio in questo caso il contratto è preziosissimo anche per far comprendere al cliente le specifiche del lavoro di un blogger (seguono esempi tra un attimo).
Il contratto è una sorta di “manuale di istruzioni” di un tipo di relazione, nella fattispecie lavorativa. In questo contratto si inseriscono tutte le variazioni prevedibili (a tutto quello che è imprevedibile, ci penso io).
Contratti blogger: quali tipi di collaborazioni contrattualizzare?
Domanda retorica, risposta standard della vostra avvocata bionda: contrattualizzate tutti i tipi di accordi, per le ragioni di cui sopra.
Nel caso dei blogger, trattandosi di una professione molto più multi sfaccettata nei servizi proposti di quanto non si creda comunemente, il contratto è davvero un modo per dare delle linee guida non solo legali ma anche operative su come svolgere il lavoro.
Fattispecie dei contratti per blog tour
Pensiamo ad un blogger che accetta di partecipare ad un blog tour di qualche giorno (un tempo lo facevano solo i travel blogger ma fonti attendibili mi dicono che ormai i blog tour sono fatti anche da molte fashion blogger e food blogger, partenting blogger ecc.).
Da fuori ci sembra tutto fantastico: viaggio e pernotto pagati in hotel da sogno (quasi sempre), attività bellissime, aperitivi, pranzi e cene… che uno dice “è già difficile credere che sia un lavoro, figurati se lo devono fare anche contrattualizzare”.
Ma in verità vi dico (e chiunque sia o conosca un travel blogger sa) che…
- un tour prevede da accordi un tot di materiale da produrre in diretta e in post lavorazione (numero di storie e post, numero di reel, numero di tik tok e numero e tipologia di contenuti sul blog);
- un tour prevede la presenza in luoghi lontani dai propri studi e scrivanie per un tot di giorni, spesso anche infrasettimanali, quindi l’impossibilità di svolgere, in quei giorni, altre attività lavorative;
- un tour prevede molte ore di lavoro quotidiano (e no, non sempre quelle piscine è possibile godersele per davvero, al di là del tempo di una foto).
Ti pare che un impegno simile non debba essere contrattualizzato?
Prima di partire è bene che sia firmato da ambo le parti un accordo che specifichi come contenuto minimo
- Date del tour
- Quali spese sono coperte dall’ente organizzante (e nel caso, quali in anticipo e quali con rimborso)
- La fee pattuita
- L’output richiesto
- Le tempistiche per la creazione dell’output
- Le modalità e le tempistiche di pagamento.
Questo come base minima. Poi ogni caso è diverso da un altro ed è per questo che non è saggio usare un formato standard di accordo per blogger… perché ogni tour ha finalità e caratteristiche diverse, ogni progetto è dissimile dagli altri e i punti importanti di un contratto sono diversi da caso a caso.
Ci sono poi collaborazioni con blogger leggermente meno complesse, ma non per questo meritevoli di minore attenzione legale.
Pensiamo ad esempio agli accordi di affiliazione
Un’affiliazione è, in pratica, quando un blogger mette un link nel suo portale che rimanda ad un e-commerce, ad esempio allo shop della libreria online o sito di cosmesi “PincoPallo e Figli” e, per ogni prodotto che viene venduto tramite quel link, ne ha un guadagno del tot%. (questa modalità interesse anche chi lavora con le sponsorizzate su Instagram e co.).
In genere l’azienda partner (in questo caso “PincoPallo e Figli”) genera un codice univoco per il content creator e un sistema automatico recepisce tutte le transazioni che avvengono attraverso quel link.
Facile vero?
Sì. Ma sono certa che tutti i blogger che mi leggono (o quasi) che hanno fatto accordi simili con brand, non lo hanno fatto con un contratto e non hanno un reale accesso alle statistiche delle transazioni avvenute con detto link e codice univoco.
Ci ho azzeccato? Beh… complimenti per la fiducia che avete nel prossimo, commovente davvero.
Perché, paradossalmente, Amazon, Booking e altre grandi multinazionali danno questi accessi alle statistiche di default (e sì, con loro i contratti li firmate, anche se non li leggete e spesso non ve ne accorgete neanche) ma con i brand con i quali fate collaborazioni più strutturate forse no.
Ora, un accordo mette nero su bianco tutti i parametri di trasparenza che danno al blogger maggiori garanzie sia sulle commissioni, sia sul periodo di durata dell’affiliazione, sia sull’accesso e la trasparenza in merito alle reali transazioni avvenute.
Accordi per link sponsorizzati
Molti blogger ritengono questa forma di collaborazione così semplice e veloce che neanche ci pensano all’ipotesi di contrattualizzarla.
Salvo poi trovarsi di fronte a dei clienti che, dopo la pubblicazione del post sponsorizzato e PRIMA DEL PAGAMENTO, ti dicono “Ehm, scusa, potresti per favore togliere la dicitura articolo sponsorizzato?”
[Anche qui, vi vedo amici blogger che annuite…]
Ripetiamo tutti insieme: scrivere articoli con link sponsorizzati (cioè pagati da aziende per strategie di posizionamento) e non indicarlo in alcun modo nell’articolo va contro quanto stabilito dalle norme sulla tutela del consumatore perchè presuppone una mancanza di trasparenza (cosa di cui è spesso stato accusato l’influencer marketing fatto male). Ovviamente la violazione delle norme comporta possibilità di segnalazioni e sanzioni amministrative (detto in soldoni: multe, soldini da sborsare e grandi quantità di mal di pancia) .
Poi venite da me, avvocata bionda, e io faccio quello che posso… ma se ci vedessimo prima, per scrivere contratti per blogger che evitino situazioni incresciose penso che saremmo tutti più felici.
Come deve essere un contratto per blogger
Riassumiamo dicendo che
- Cercare online un modulo standard di contratto per blogger non è una buona idea. Diciamo pure che è inutile.
- Il contratto deve essere conforme al tipo di attività richiesta, alle esigenze lavorative del creator e alle esigenze di output del cliente
- il contratto deve essere comprensibile (per entrambe le parti) e
- deve essere il più preciso e accurato possibile.
Non pensare a contrattualizzare il proprio lavoro porta a due conseguenze possibili (non alternative ma, spesso, cumulative): la prima è la mancata percezione vostra e dell’Azienda con cui collaborate, di essere dei professionisti; la seconda è che non contrattualizzare il proprio lavoro vuol dire accettare i rischi di insolvenza, di maggiori pretese da parte del committente e… insomma, è un pò come guidare in contromano in tangenziale!