Cyber bullismo: cosa è, come riconoscerlo e come fermarlo quando lo viviamo o rileviamo, anche con le azioni legali.

Il bullismo, com’è ormai tristemente noto, consiste in una serie di atti che isolano, umiliano, spaventano una vittima. Il tutto avviene tra soggetti minori.
A seguito delle azioni del bullo, si possono provare sensazioni di solitudine e isolamento che possono essere acuite anche dalla poca conoscenza che le stesse famiglie hanno del fenomeno e all’ancora presente accettazione del problema sotto il cappello di “ragazzate”.

denunciare per stalking
ph. Danny G. – unsplash

La legge, la conoscenza della stessa e, talvolta, anche noi avvocati, possiamo aiutare famiglie e i loro figli minori a sentirsi meno soli.
Quindi, vediamo di analizzare il problema in modo quanto più esaustivo sia concesso ad un blog post e poi, come sempre, passiamo alle possibili soluzioni.

Ma prima ci tengo a fare una premessa, condizione di partenza per andare oltre nella lettura:

Il fatto che tutti o quasi siamo stati vittime di bulli negli anni pre-maturità, non vuol dire che sia una cosa normale. Sarà forse una cosa comune, per via del fatto che veniva (e forse ancora viene) tollerata più del dovuto, ma la normalità è un’altra cosa.

Perseguitare, umiliare, mettere un minore in condizioni di stress emotivo può portare a gravissime conseguenze, talvolta evidenti e catastrofiche (come autolesionismo e suicidio), altre volte più nascoste ma molto lunghe e difficili da superare. Chi è vittima di bullismo, proprio per la sua minore età, è spesso incapace di elaborare compiutamente gli stimoli che riceve dall’esterno, non ha un carattere completamente formato e, pertanto, qualsiasi attacco viene amplificato.

Il fatto che tutti abbiamo avuto i nostri bulli, non vuol dire che tutti ne siamo usciti bene e che il contatto con il bullo sia una cosa che tutti dobbiamo affrontare, quasi sia una normale tappa della vita.

Detto questo…

Che cosa è il cyber bullismo e quali sono le differenze col bullismo “tradizionale”?

cyber bullismo - denuncia
ph. bermix studio -unsplash

Il Bullismo è qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto di identità, alterazione, acquisizione illecita di dati e varie altre forme persecutorie in danno di un minore. Se queste condotte vengono effettuate mediante la rete internet, ci troveremo davanti ad una fattispecie ormai definita come “Cyber Bullismo”.

Lo scopo dei bulli (cyber e “tradizionali”) è, consapevolmente o meno, l’isolamento della vittima (o del gruppo di vittime) mettendo in atto un serio abuso, un attacco fisico, un’umiliazione o una minaccia di aggressione o umiliazione.

Se negli anni abbiamo conosciuto atti di bullismo sempre più violenti e persecutori, non ci si stupirà, allora, che la crescita esponenziale delle tecnologie ha permesso a nuove e più pervasive forme di bullismo di perseguitare le vittime.

Attenzione, il bullo e il cyber bullo potrebbero non coincidere.

In parole povere, colui che è un bullo all’interno della scuola o della piazza del paese, potrebbe non diventare mai un cyber bullo; al contrario, chi è che vittima del bullo potrebbe a sua volta diventare, all’interno della rete, un cyber bullo.

I profili stilati dagli osservatori del settore, infatti, evidenziano punti di contatto ma anche forti differenze tra le personalità di chi decide perseguitare qualcuno nella vita reale e chi decide di farlo mediante i nuovi media.

E’ chiaro anche che le conseguenze del Cyber Bullismo possono essere decisamente più catastrofiche di quelle del bullismo “tradizionale”.

Se il bullismo è composto da azioni aggressive o comportamentali di esclusione sociale, perpetrate in modo intenzionale da una o più persone, a questo, nel caso del Cyber Bullismo, si aggiungono elementi spazio temporali sconosciuti: la persecuzione va oltre gli orari scolastici (le statistiche ci dicono che le molestie e le minacce mediante app di messaggistica istantanea avvengono spesso nella tarda serata, tra le 22 e la mezzanotte), i soggetti persecutori spesso, non conoscono la vittima personalmente e possono essere allocati geograficamente in luoghi molto lontani da quello di residenza del perseguitato; addirittura possono trovarsi in altri Stati.

Il cyber bullismo si nutre, per gli aggressori, della corsa ai like e della gratificazione nell’approvazione della massa, della presunzione della condivisione nell’anonimato e in una palese mancanza di empatia.

Inoltre, nel caso di cyber bullismo si ha un importante problema della permanenza dei contenuti denigratori sulla rete, eventualità che il bullismo tradizionale sconosce. Contenuti che potrebbero tornare a perseguitare la vittima anche a distanza di molti anni e che potrebbero essere problematici anche in caso di ricerca di lavoro.

Il quadro normativo relativo al Cuber Bullismo

Una “considerazione istituzionale” del fenomeno del cyber bullismo si è avuta per la prima volta con la legge n. 71 del 2017 che, si legge sul sito della Camera dei deputati, è

“volta alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Il provvedimento introduce una serie di misure di carattere educativo e formativo, finalizzate in particolare a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani del disvalore di comportamenti persecutori che, generando spesso isolamento ed emarginazione, possono portare a conseguenze anche molto gravi su vittime in situazione di particolare fragilità.”

A ben guardare, questa normativa è un interessante punto di partenza, certamente un modo per prendere coscienza del problema ma la minore età dei persecutori rende tutto più complesso e delicato. Si vuole agire proprio sulle fragilità e l’educazione sia del bullo che della vittima. La normativa, infatti, non introduce alcun reato nè nessuna forma incriminatrice, tuttavia propone alcune soluzioni.

Cosa possiamo fare in caso di cyber bullismo?

cyber bullismo
ph- ilayza macayan -unsplash

Spesso il bullismo, come il cyber bullismo, è perpetrato da minori verso altri minori e questo rende, come anzidetto, le procedure possibili molteplici e delicate.
Vediamo le principali, seguendo una scala logica di azione

  1. Chiedere ai proprietari della piattaforma su cui avviene la persecuzione di oscurare i contenuti
    Se qualcuno ad esempio pubblica dei video o dei contenuti denigratori, umilianti, non graditi dalla persona minore ripresa, è possibile richiedere ai proprietari della piattaforma (tipo Facebook, Instagram, TikTok ecc.) di rimuoverle.
    Nonostante si tratti di grandi multinazionali per le quali siamo solo numeri, entità che difficilmente rispondono davanti a responsabilità come la diffusione di messaggi lesivi, hanno comunque l’obbligo di rimuovere contenuti non graditi e lesivi a seguito di accordi collaborativi con le Istituzioni.
    Qualora il gestore della piattaforma non dovesse rimuovere il contenuto entro 24 ore, è possibile rivolgersi al Garante per la Protezione dei dati, che agirà in merito entro le 48 ore affinché i contenuti vengano rimossi.
  2. Come fare una denuncia per cyber bullismo.
    Abbiamo detto che il cyber bullismo in sè non costituisce reato. Tuttavia, nel caso in cui ve ne siano le condizioni, è possibile presentare denuncia per Ingiuria, diffamazione, minaccia, trattamento o divulgazione illecita di dati personali o altro reato più grave che si sia verificato. In questo caso, raccogliere le prove (l’acquisizione forense del dispositivo sarebbe particolarmente utile ma facciamoci bastare quello che possiamo fare nell’immediato e che ci consiglieranno anche le forze dell’ordine) è molto importante, al fine di provare i fatti a fondamento della pretesa.
  3. Ammonimento
    La normativa prevede, mutuandola dalle previsioni per lo stalking, la possibilità di richiedere l’ammonimento al Questore a tre condizioni:
    1. non deve essere stata proposta querela per i reati specificamente indicati dalla norma (come la diffamazione);
    2. il minore che ha agito deve avere più di quattordici anni;
    3. il fatto deve essere avvenuto in danno di altro minore.

NB: in alcuni casi, il cyber bullismo, come poc’anzi accennato si accavalla con i capi di imputazione per diffamazione online (e te ne parlo nel dettaglio qui) e anche di revenge porn, sempre più diffuso anche tra minorenni.

Anche alla luce di questo, le azioni che possiamo e dobbiamo fare contro il cyber bullismo non sono solo azioni legali. Ci sono azioni che dobbiamo fare prima e dopo.

Facciamo attenzione ai nostri ragazzi

mi hanno copiato il post
ph. Erik Lucatero-unsplash

Crediamo di conoscere i nostri figli, ma il mondo è pieno di genitori apprendono troppo tardi che i loro figli sono stati per anni vittime di bullismo.
Realtà ancora più complessa da accettare, a volte i nostri figli sono i bulli. Perché ci sentono prendere in giro, magari “di nascosto” persone diverse e credono non solo che sia normale ma che sia anche giusto.

Internet, per altro, è un luogo-non luogo difficile da controllare o, molto più semplicemente e crudelmente, controllarlo è troppo complesso.

“Controllare” i loro accessi al web, le ore che trascorrono online, contingentarne l’utilizzo sensibilizzandoli allo stesso e ammonendoli contro i pericoli ci renderà di certo genitori meno “fighi”, meno “una mamma per amica”. Ma ci renderà più genitori (perché lo sappiamo che non si può essere genitori e popolari al contempo, vero? E questo vale anche per gli insegnanti).

Se noi adulti, genitori ed educatori, non mettiamo dei confini e non guardiamo negli occhi i nostri ragazzi, abbiamo perso tutti. Abbiamo perso tutto.
Rincorrere una carriera per poi, improvvisamente, scoprire un grande buco nero che inghiotte uno dei nostri figli toglie senso a qualunque traguardo.

Saremo in grado di afferrarli prima che sia troppo tardi?

cosa fare in caso di cyber bullismo
Condividi anche su Pinterest