Da giugno 2025 siti e app hanno nuovi obblighi di accessibilità: una svolta o l’ennesima seccatura inutile?

Diventa operativo a fine giugno 2025, per la precisione il 28 giugno, l’European Accessibility Act, una “nuova” norma europea per facilitare l’accesso e la fruizione di contenuti digitali da parte di persone con disabilità visiva, sensoriale, intellettiva e motoria.

Dal momento che dell’accessibilità (più spesso inaccessibilità) di alcuni prodotti digitali ne ho parlato spesso con la mia amica Blogger e SEO Strategist Sabrina Barbante, membro del direttivo di Movidabilia – spazi senza barriere – questo articolo lo scrivo insieme a lei: cerchiamo di capire meglio

  • cosa è quest’ennesima regolamentazione dell’UE;
  • se è davvero qualcosa di cui avere paura;
  • se è una bega o persino un modo per avere più lettori, utenti e clienti sui nostri portali;
  • se è una seccatura o un modo interessante per rivalutare la nostra propensione all’inclusività;
  • e cosa devi fare se sei titolare di un sito web, di una App o di un ente/azienda che abbia un sito o una App.

Cosa è l’European Accessibility Act (EAA) e chi interessa

Siti accessibili legge - ben-kolde-unsplash
ph. Ben Kolde – unsplash | giugno 2025

L’European Accessibility Act (EAA), ufficialmente Direttiva (UE) 2019/882, è una normativa dell’Unione Europea volta a garantire che determinati prodotti e servizi digitali siano accessibili anche alle persone con disabilità;

L’obiettivo non è solo favorire l’inclusione, ma anche creare uno standard comune di accessibilità tra i Paesi membri, evitando frammentazioni e rendendo più semplice per le aziende operare a livello europeo.

L’EAA tuttavia, non è la prima legge che ha come obiettivo l’accessibilità. Possiamo ricordare tra le tante, ad esempio, la c.d. legge Stanca (l. n.4/2004, rubricata “Disposizioni per favorire e semplificare l’accesso degli utenti e, in particolare, delle persone con disabilità agli strumenti informatici) che enuncia un generalizzato diritto di accesso a fonti e servizi informativi e che poi si concentra sull’operato della Pubblica Amministrazione e dei grandi operatori privati che offrono servizi digitali al pubblico.

L’EAA si rivolge a imprese pubbliche e private che forniscono prodotti e servizi digitali al pubblico, come

  • siti web di e-commerce;
  • app bancarie;
  • lettori di e-book (book raader);
  • terminali per i biglietti elettronici;
  • fino ai servizi legati al trasporto, alle comunicazioni e al settore culturale.

A partire dal 28 giugno 2025, e per prodotti e servizi immessi sul mercato o aggiornati dopo questa data, questi soggetti saranno obbligati ad adeguarsi a criteri minimi di accessibilità. Le sanzioni sono previste dalle svariate normative interessate e variano in base al soggetto che pone in essere la violazione; il che, in estrema sintesi, vuol dire che più la società/PA è grande, più è grande il numero delle persone colpite dalla violazione, più le sanzioni saranno importanti in termini di fatturato, unitamente ad una responsabilità degli amministratori.

Per quanto l’applicazione della norma non si rivolge, almeno non subito, anche a titolari di piccole realtà individuali (vengono dichiarate escluse le microimprese), l’EAA può (dovrebbe) aprire degli spiragli di riflessione e delle metodiche di adeguamento anche chi lavora con contenuti digitali, come creatori di corsi online, editori e blogger professionisti, freelance.
Tutti loro infatti dovranno (finalmente) prendere in considerazione l’accessibilità come requisito fondamentale per essere davvero visibile e rilevante nel nuovo ecosistema digitale europeo.

La normativa si ispira alle linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), già adottate a livello internazionale, e invita le aziende a integrare l’accessibilità fin dalla progettazione di prodotti e servizi digitali.

Quali sono i requisiti di accessibilità previsti dalla normativa?

siti accessibili legge europea - elizabeth-woolner-unsplash
ph. Elizabeth Woolner-unsplash | giugno 2025

L’European Accessibility Act richiede che i prodotti e servizi digitali siano “percepibili, utilizzabili, comprensibili e robusti” per tutti gli utenti, incluse le persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.

Spieghiamo meglio questi requisiti:

Cosa si intende per “Percepibile”
Prima di essere letti e capiti i testi e i contenuti online devono essere visti, uditi, percepiti da tutti.
Dunque, via libera a sottotitoli per i video, che consentono a chi non sente, di percepire il testo. Via libera all’incorporamento di tracce audio nei nostri articoli.

Cosa si intende per “Utilizzabile”
La utilizzabilità si concentra sulla resa di interfacce utente e elementi di navigazione facilmente utilizzabili per individui con varie disabilità. Ciò include l’accessibilità tramite tastiera, la fornitura di un tempo sufficiente per le interazioni dell’utente e l’evitare contenuti che potrebbero causare crisi epilettiche o disagio fisico.

Cosa si intende per “Comprensibile” 
Usare bene la lingua italiana è bello; renderla comprensibile evitando giochi linguistici troppo complessi, inglesismi o latinismi non funzionali al testo… è ancora più bello, perché accessibile.
(e qui la mia amica mi guarda male, perché sono un’Avvocata e ho le mie colpe).
Anche la divisione chiara in paragrafi, l’uso di elenchi puntati, gli spazi bianchi tra capoversi è un modo semplice e alla portata di tutt* per rendere un testo online accessibile.
Ah, già… anche l’asterisco per non determinare un genere e la Schwa, rendono un testo meno accessibile. Scusate, qualcuno lo doveva dire.

Cosa si intende per “Robusto”
Il termine più difficile da comprendere ai più è in realtà parte del dibattito per la creazione di app e siti web da anni. La così detta robustezza garantisce che i prodotti digitali siano ben funzionanti a adattivi a più tecnologie possibili, dai vari modelli di smarphone e varie versioni di browser. E soprattutto, con una vasta gamma di tecnologie assistive, come i reader per le persone con disabilità visiva.

Questo significa, ad esempio, che

  • un sito web deve avere testi alternativi per le immagini, cosa da anni indispensabile anche per un buon posizionamento sui motori di ricerca;
  • una struttura chiara e navigabile da tastiera;
  • contrasti cromatici adeguati (no font in serif, grigi su sfondo bianco, ad esempio);
  • sottotitoli nei video;
  • contenuti facilmente leggibili.

Chi deve davvero adeguarsi e cosa deve fare?

accordi meta e SIAE

La normativa non mette spalle al muro e fretta noi piccoli professionisti e realtà minuscole, anche se è il momento buono per iniziare a ragionare in ottica di universalità dei contenuti e design universale dei nostri siti web.

L’idea che portali molto importanti per la vita dei cittadini europei come i siti web di prenotazione di trasporti pubblici, i siti web di università e pubbliche amministrazioni, possano diventare meno labirintici e più intuitivi per legge, non è affatto male.

E a dirla tutta, se anche il sito della Commissione Europea nelle sue pagine, compresa quella in cui si illustra l’Accessibility Act, avesse tasti funzionanti per la selezione della lingua, e non avesse menu di terzo livello (la prima cosa che rende un sito web complesso da navigare), sarebbe un gran bel passo avanti. Fosse anche solo un gesto di coerenza.

E’ bene ricordare che la disabilità viene spesso creata proprio da ambienti ostili, non solo per persone con disabilità diagnosticate. Pensate ad esempio a quanto è difficile per un settantenne destreggiarsi nel sito dell’INPS, o quanto è complesso per over 50 con la prima presbiopia, leggere dei testi in times new roman, magari serif, carattere grigio su sfondo bianco.

Ecco alcune azioni concrete da cui partire, per approfittare di un cambiamento per essere più inclusivi.

  • Verifica l’accessibilità del tuo sito web: usa tool gratuiti come WAVE o Lighthouse per identificare criticità (testi poco leggibili, immagini senza alt, problemi di contrasto).
  • Cura la struttura dei contenuti: usa titoli (H1, H2) in ordine logico, paragrafi brevi e linguaggio semplice.
  • Inserisci alternative testuali: tutte le immagini devono avere una descrizione (“alt text”) utile anche a chi utilizza screen reader.
  • Sottotitola i tuoi video: meglio ancora se aggiungi anche una trascrizione testuale.
  • Controlla la navigabilità da tastiera: verifica che il tuo sito sia utilizzabile senza mouse.
  • Scegli un design responsivo e inclusivo: adatta i contenuti a diversi dispositivi, rispetta il contrasto visivo e evita effetti visivi potenzialmente dannosi (es. testi lampeggianti o inutili e antiquate animazioni in flash).
  • Consulta un professionista: per adeguamenti più complessi, è utile rivolgersi a sviluppatori e consulenti esperti in accessibilità digitale. 

Avv. Valentina Fiorenza

Esperta in diritto digitale e proprietà industriale. Siciliana. Bionda. Fatta di sole, di sale e di lava

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