La diffamazione online configura un reato. Dunque, se vittime di diffamazione via web possiamo agire legalmente. Ecco come e quando.
Il web e in particolare i social hanno un registro linguistico ormai piuttosto “easy”; la parolaccia o l’insulto sono quasi integrate nel lessico ordinario e ci si concede un’ironia e sarcasmo più spinti che nelle relazioni ordinarie, per via di fattori socio culturali che passano dalla de-responsabilizzazione, alla facilità e velocità dell’erogazione di messaggi… e tante altre cose che, non essendo sociologa ma avvocata, non analizzerò in questa sede.
Ma attenzione, perché diffamare qualcuno online (attraverso blog, siti web, storie instagram ecc. ecc.) è reato. Se poi lo facciamo a mezzo social network, collezioniamo pure l’aggravante (che, in soldoni, vuol dire pene più severe).
Spieghiamo tutto nel dettaglio.
Che cosa è il reato di diffamazione?
Si parla, nel Codice Penale, di diffamazione quando chiunque, comunicando con più persone, offende la reputazione altrui.
Il bene giudicato tutelato è il diritto al buon nome, all’avere una positiva reputazione nei confronti degli altri consociati, cioè le altre persone che fanno parte della società o delle micro società delle quali facciamo parte nel vivere civile.
Non si diffama qualcuno solo diffondendo notizie false e la fattispecie giuridica in questione non ha tanto a che fare con le così dette fake news (delle quali invece abbiamo parlato in questo articolo) bensì con la diffusione di qualunque nozione, opinione, fatto anche reale ma riportato in modo distorto e tendenzioso, che possa in qualche modo, diretto o indiretto, incidere negativamente sulla reputazione di qualcuno (esempio: qualcuno parla della promiscuità sessuale di qualcun altro, consapevole del fatto che la cosa, vera o non vera che sia, getterà discredito tra quei “consociati” di cui sopra).
La diffamazione viene punita con la reclusione fino a un anno o con una multa fino a 1.032 euro.
Quali sono le specifiche del reato di diffamazione online?
Per la diffamazione via web, si aprono altri scenari, più ampi e anche più gravi.
La giurisprudenza, per costante orientamento, non solo considera possibile il verificarsi del reato di diffamazione per mezzo della rete ma anzi, prevede che in essa si manifesti, in alcuni casi, in forma aggravata (art. 595, comma 3 del Codice Penale).
In parole povere, oggi diffamare qualcuno online è spesso considerato dal diritto più grave che farlo attraverso la parola orale o la carta stampata.
Nello specifico, la diffamazione sui social network o attraverso un blog, paragonata a quella a mezzo stampa, è capace di raggiungere un numero indeterminato di persone in un tempo per altro molto veloce, con conseguente maggior disvalore el comportamento del soggetto agente.
Nel caso di diffamazione aggravata dal mezzo di diffusione, cioè il web, il reato è puntino con la reclusione da 6 mesi a 3 anni o con la multa non inferiore a euro 500.
Diffamare online anche senza far nome, è altresì reato.
Faccio un esempio di diffamazione su internet che prescinde dal fare o non fare nomi.
Se qualcuno, nel diffondere una notizia diffamante sulla sottoscritta, invece di parlare spavaldamente dell’Avv. Valentina Fiorenza, si riferisse a me come “Una avvocatuccola che si definisce “bionda”, nota sul web (?!) per le sue perle di diritto su Instagram con marcato accento siculo”, di fatto fa riferimenti non puramente casuali e, se lesivi della mia reputazione (pensiamo al termine “avvocatucola”), avrei tutte le carte in regola per ritenermi parte lesa per diffamazione online, a fronte della riconoscibilità per (almeno) le 16mila persone che mi conoscono e mi seguono online.
Cosa fare se veniamo diffamati online
Se riteniamo di essere stati vittime di diffamazione online, possiamo agire in due modi:
- recarci presso la Polizia Postale che raccoglierà la nostra denuncia o
- rivolgerci ad un legale al quale spiegare in maniera più circostanziata possibile l’accaduto, cioè frasi scritte/dette, mezzo di diffusione, precedenti eventuali.
Il vantaggio di rivolgersi ad un legale è quello di avere assistenza durante il tutto il procedimento che potrebbe aprirsi a seguito della nostra denuncia.
Bene è registrare la storia in cui siamo (o crediamo) di essere messi in disvalore; come dicevo, anche se qualcuno non fa il nostro nome ma troviamo ovvio, per una serie di fattori, che si parli di noi, registriamo, salviamo, screenshottiamo… e portiamo da un avvocato.
Compito del legale, prima di procedere ad un’azione, è infatti anche, con l’aiuto del cliente, analizzare il fatto che, passando attraverso parole e pensieri, apre scenari molto interpretabili.
Infatti, soprattutto nel caso della diffamazione, per ipotizzare il comportamento del reato non si può prescindere né dal contenuto del discorso né da come si sono svolti i fatti.
In alcuni contesti, per loro natura (si pensi a quello della discussione politica), ci sarà un giudizio più elastico sulla percezione dell’insulto, sia da parte di chi lo proferisce che da parte di chi lo riceve; a questo serviamo noi avvocati, anche a illustrare al cliente tutti gli scenari possibili.
Cosa farà l’avvocato se rileva il reato di diffamazione?
Se effettivamente c’è un offesa e un rischio di reputazione e perdita di buon nome, il legale procederà a diverse azioni.
- Analizzare i fatti, raccogliere i documenti e capire se, in effetti, ci troviamo davanti ad un possibile reato.
- Capire se ci sono altri plausibili elementi di colpa: se a mettere in giro voci che offendono e gettano discredito è, ad esempio, un mio competitor merceologico, potrebbero esserci anche ipotesi ascrivibili alla concorrenza sleale.
- Si procede ad una denuncia diffamazione online presso le competenti sedi.
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