Il preventivo firmato è sufficiente a metterci al riparo quando si stipula un accordo con un cliente?

Ti sei mai chiesto qual è la differenza fra il contratto e il preventivo?

Mi sono resa conto, parlando con i miei assistiti e in generale con la gente, che in tal senso regna un po’ di confusione.

Alcuni ritengono che non ci sia differenza tra i due, altri ancora ritengono che basti inviare al proprio cliente il preventivo farglielo firmare per essere ok,  altri ancora ritengono persino che questa sia una formalità superflua.

Ma cosa dice la legge a proposito? Facciamo un po’ di chiarezza.

Contratto Vs Preventivo: cosa dice la legge

Il codice civile statuisce che il contratto è un accordo tra due o più parti, volto a far nascere, modificare, estinguere rapporti giuridico – patrimoniali. A volte la legge prevede delle forme specifiche (che possono essere richieste ad substantiam o ad probationem) ma, per la generalità dei casi, vige il principio della forma libera.

Un contratto, quindi, nasce nel momento in cui le due parti si accordano, anche solo oralmente, ma…

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Se è vero che il contratto nasce nel momento in cui le parti si accordano – anche oralmente – sugli elementi essenziali dello stesso, ad esempio su cosa faremo e quanto verremo pagati,  è anche vero che verba volant e scripta manent!

Il preventivo ci permette di definire, a differenza del contratto, solo alcuni aspetti del nostro rapporto con il cliente, il che non ci mette al riparo del tutto da eventuali problematiche o “incomprensioni”. 

Motivo per cui è sempre utile capire qual è e come ci può venire in aiuto la differenza tra preventivo e il contratto.

Tendenzialmente il preventivo è un atto che potremmo definire, in maniera abbastanza ampia, di natura “precontrattuale” : in esso spiegheremo al cliente alcuni elementi principali della nostra prestazione, invieremo un elenco schematico dei nostri servizi, con i relativi costi; forse aggiungeremo qualche altra piccola precisazione ma nulla di più. Quando il cliente poi accetterà, quel preventivo si trasformerà in contratto. Quindi, in sostanza, un preventivo può diventare un contratto.

Tuttavia, affidarsi solo alle stringate pattuizioni che abbiamo preliminarmente indicato, non è molto saggio: il preventivo è un documento che per sua natura non può e non deve dilungarsi in dettagli che potrebbero “salvarci” in caso di necessità.

Nel momento in cui sorgerà un’incomprensione sul nostro lavoro, sulle modalità di esecuzione della prestazione, sulla consegna o financo sulla proprietà intellettuale, il preventivo non potrà salvarci perché non è il suo compito. Il preventivo preventiva una spesa. Il contratto mette nero su bianco cosa comporterà quella spesa e come le parti si dovranno comportare.

Il contratto è  in sostanza quell’atto che tutela le parti (noi e il nostro cliente, in pratica) poiché contiene tutte quelle previsioni che sono relative alla prestazione nella sua interezza, che ci permette di dimostrare che questa è stata svolta nel rispetto di quanto pattuito e che deve tenere conto di tutto ciò che… può andare storto!

Possiamo, in un accordo orale o in uno schematico preventivo, tenere conto di tutto quanto potrebbe succedere? Sinceramente sono piuttosto scettica. 

Un contratto, un buon contratto, salva. 

Salva il lavoro, salva il rapporto con il cliente, prevede e previene quanto di poco piacevole potrebbe verificarsi.