Fare un Giveaway su Instagram è davvero illegale? Come renderli legali? Che cosa è esattamente un Giveaway e che differenza c’è con un Freebie?
Negli ultimi anni, da quando Instagram è diventato non solo per gli influencer ma anche per imprenditori e professionisti un luogo di auto promozione e un forte funnel di vendita, sono proliferati diversi metodi per aumentare follower, nutrire community e, quindi, ampliare le proprie possibilità di guadagno e pacchetti clienti.
Fin qui, nulla di male e nulla che non meriti il plauso di tutti (perché vi garantisco che mettersi in gioco e promuoversi sui social e in particolare nel mare di Instagram è tutt’altro che facile).
Tra le forme di auto promozione da diversi anni si paventa il Giveaway, inglesismo che vuol dire, letteralmente, regalare ingenti quantitativi di un bene, dar via qualcosa.
Al di là della traduzione, si tratta della pratica di regalare qualcosa creando un micro concorso a premi, ad esempio:
- “metto in palio questa maglietta di mia produzione, per partecipare all’estrazione commenta questo post”;
- “Ai primi 10 commenti, in regalo uno sconto del 20% su una mia consulenza”;
Insomma, io stabilisco uno o più premi, una serie di azioni che deve fare il partecipante e poi il vincitore viene decretato dalla bravura, dalla sorte o dalla scaltrezza.
Nel frattempo, un numero ingente di persone che anelano al premio avranno taggato la mia pagina, condiviso un mio contenuto, commentato un mio post.
Facile e indolore, direte. E invece…
Sfatiamo alcuni falsi miti o intuizioni incorrette su come fare un Giveaway e capiamo come dare regali ai nostri follower al fine di aumentare gli stessi, obiettivo legittimissimo, laddove legittimo sia il mezzo.
I Giveaway NON sono illegali
Si diffonde sul web l’idea secondo cui “in Italia i Giveaway sono illegali“. Prima notizia non vera. In effetti la normativa italiana non conosce neanche la fattispecie “giveaway” ma quella dei concorsi, manifestazioni a premio, operazioni a premio. Che ridurre tutto sotto il cappello “giveaway” sarebbe veramente troppo facile.
In Italia, dicevamo, i Giveaway sono illegali… nella modalità in cui vengono in genere proposti su Instagram (modalità che, a dire il vero, mi fa gelare il sangue nelle vene ogni volta che la intercetto).
Semplicemente, i Giveaway in Italia sono sottoposti esattamente alla stessa regolamentazione dei concorsi a premi, come decisi e stabiliti dal Ministero dello Sviluppo Economico.
“Anche se metto in palio un quaderno fatto in carta artigianale e decorato con pelo riciclato di yack tibetano del valore di 35 euro?” Sì, anche quello.
Come si fa un concorso in regola, in Italia?
Tra le varie cose che troverete sul sito del Ministero (fortemente consigliate da leggere anche le – al momento – 34 pagine di FAQ), noterete che per creare un concorso a premi bisogna affrontare tutta una serie di scalini burocratici.
Di seguito ne indico soltanto alcuni:
– innanzi tutto bisogna essere qualificati giuridicamente come impresa
– poi bisogna procedere con la stesura di un regolamento (che non è “Tagga 5 amici nei commenti e condividi il mio post nelle tue storie per partecipare all’estrazione”, per intenderci),
– versare una cauzione di valore commisurato al premio messo in palio,
– comunicare la volontà di porre in essere un concorso a premi al MISE,
– procedere all’estrazione innanzi ad un pubblico ufficiale (notaio o funzionario di Camera di Commercio).
E questo è solo l’inizio.
Sì, perchè le variabili sono migliaia, la normativa è estremamente ampia e complessa e se, ad esempio, usiamo solo ed esclusivamente le piattaforme social per creare, diffondere e concludere il nostro concorso, le cose si complicano ancora di più.
Val la pena di investire tutto questo tempo, energie e denari per 150 follower?
Forse no.
Il punto è che, come quando abbiamo parlato di diritto di autore sui social, “la legge di Facebook o di Instagram” non esiste: bisogna sempre attenersi alla regolamentazione statale.
Sanzioni per i Giveaway in Italia
Chi fa un Giveaway senza seguire le regolamentazioni di un concorso secondo la normativa italiana rischia importanti sanzioni, pari a 3 volte l’importo dell’iva evasa partendo da un limite minimo di 2.600 euro.
Insomma, se fai un Giveaway non in regola, rischi di pagare dalle 2.600 euro in su.
[Sicomme sono buona, non vi racconterò di quella volta in cui ad una mia cliente, per un piccolo giveaway su Fb, è arrivata una sanzione amministrativa di € 80.000,00 – sì, avete letto bene, OTTANTAMILA -]
Ma qualcuno potrebbe pensare: “Ho una manciata di follower, non sono un personaggio pubblico… vuoi che vengano a scovare proprio me (in un paese in cui nessuno paga niente)?”.
Ora, a parte che questo concetto è assimilabile al “Con tutti gli evasori delle tasse che ci sono, vuoi che becchino proprio me che non guadagno i milioni di euro?”, che denota scarsissimo senso civico, ma se da un lato è vero che il Ministero non ha, al momento, una squadra dei suoi migliori uomini sulle vostre tracce, dall’altro per punire gli abusi esso intercetta chi viola la normativa in due modi: tramite controllo a campione o su segnalazione.
E chi porrebbe essere interessato a segnalarvi?
O una persona alla quale state antipatici o, più probabilmente, un competitor. E, ve lo dico da avvocata, i competitor che intercettano un vostro Giveaway non fatto a norma, segnalano eccome, non solo per banalissima invidia ma perché facendo un’azione di auto promozione senza rispettare la legge state compiendo un’azione che è, in qualche modo, di distorsione della concorrenza alla luce del fatto che il vostro competitor, invece, per timore o rispetto della legalità non fa la stessa azione di promozione.
Fare un giveaway e non rispettare le regole è come giocare alla roulette russa, in parole povere.
Come si calcola il “minimo valore” di un bene per poterci fare un giveaway
Come calcolare il valore di un euro per avere l’esclusione per minimo valore dalla normativa che regolamenta i concorsi a premi, dunque i giveaway?
Il minimo valore deve essere identificato come valore commerciale, che deve essere equiparato sul mercato al valore di un lapis (matita) o di una bandierina.
Dunque poco importa il valore che noi diamo ad un oggetto o il valore a cui noi lo abbiamo acquistato: ci possono vendere un anello di oro e zirconi a settanta centesimi di euro, ma ciò non toglie che quell’anello, per il mercato, ha un altro valore, superiore ad un euro.
Vale la stessa cosa se produciamo una dispensa/libro in formato digitale o cartaceo: potremmo anche decidere che costa 1 euro per poterci fare un giveaway, ma un libro o dispensa ha un valore commerciale oggettivo, che prescinde dal prezzo che gli conferiamo.
Per cui il nostro libro lo possiamo vendere a 2 centesimi ma non lo possiamo usare come premio per un giveaway.
Valore minimo per poter fare un freebie: 1 euro o 25 euro?
C’è la diceria secondo cui il valore minimo per essere esentati dalla normativa dei concorsi a premi, in cui si inseriscono anche i freebie, sia non di un euro ma 25 euro; questa malinterpretazione si basa su un disaccordo tra Agenzia delle Entrate e Ministero per lo Sviluppo Economico che ha stabilito pari a 25.82 euro il valore di mercato minimo per quelle manifestazioni a premi con requisito per la partecipazione l’acquisto di un prodotto.
Non è il caso dei giveaway, che sono contest e per i quali vale la legge originale e il valore economico minimo del premio resta tutt’ora pari a 1 euro.
Alternative legali ai Giveaway
Tuttavia, voglio chiudere con una nota di legale ottimismo e dire che esistono molti modi creativi e soprattutto legali per aumentare i follower, nutrire la vostra community social e, dunque, legittimamente, incrementare i canali di vendita e promozione.
Vi faccio solo alcuni esempi:
- Creare un Freebie, cioè distribuire un prodotto gratuito a tutta la community a fronte di un’azione che manifesti l’interesse dell’utente a riceverlo. Esempio: produco un prodotto digitale da dare a chiunque faccia un’azione, come condividere un post nelle storie.
Su Instagram trovate un sacco di creator che vi possono dare una mano a capire come funziona questa storia dei Freebie e io ve ne cito una su tutti, @grace_theamazing. - Fare un Giveaway senza regolamento, burocrazia e a sentimento… laddove il bene regalato abbia un valore di mercato inferiore a 1 euro.
Su quest’ultimo punto mi vorrei soffermare.
La normativa sui concorsi a premi italiana, cui sottostanno anche i Giveaway, si applica a tutti i premi che superino il valore simbolico di un lapis o di una bandierina (terminologia che ribadisce la datazione della normativa, degli anni ’40).
Attenzione: no 25 euro. No 100, no 50. 1 EURO.
Inoltre, il valore è quello di mercato e non quello stabilito da noi (no, neanche se il prodotto è artigianale). Se noi mettiamo online una nostra dispensa, per quanto possiamo metterla in vendita ad 1 euro, per il mercato il suo valore è superiore.
Io, alla mia community Instagram, una volta all’anno, propongo il mio ormai famoso Giveaway Brutto: un concorso a premi in cui si racconta disagio e in cui si vince un’orrenda cinesata (votata a gran voce dalla community) del valore commerciale rigorosamente pari o inferiore a 1 euro, che viene spedito a mie spese all’invidiato vincitore (anch’esso votato dalla community) con tanto di scontrino.
Se anche tu vuoi conoscere la legge ma soprattutto vorresti ricevere una penna a forma di unicorno fluorescente, delle graffette a forma di gnomo, dei post-it meno collanti della saliva ma a forma di zoccolo di gnu, seguimi su Instagram in attesa del prossimo Giveaway. Brutto, ma ironico e legale.
Ps: La questione concorsi a premi, come accennavo nel corpo dell’articolo, è veramente vasta e complessa e comprende una serie impressionante di casistiche e varianti. L’articolo non pretende di essere esaustivo ma vuole dare solo una panoramica della situazione e, soprattutto, indicare il modo più legale e semplice per promuoversi su Instagram senza fare passi falsi.