Firmare un contratto come freelance per una collaborazione nel tuo lavoro digitale è una forma di tutela per te, come professionista, e per la controparte. Ecco 5 cose cui fare attenzione

Ve l’ho già detto, mi par di ricordare, che i contratti non mordono e che anche se fate una collaborazione con e per un vostro amico di infanzia un contratto può tutelare il lavoro, il rapporto business e anche l’amicizia, vero?

Ma certo, certo, certo che l’ho detto e non mi stancherò mai di dirlo.

L’ho detto in questo post sugli accordi chiari (e scritti) per le sponsorizzate su Instagram.

L’ho ribadito in questo articolo in cui parlo dei contratti per blogger e anche quando sono scesa nello specifico caso dei contratti per influencer .

Se ne ripeto periodicamente l’utilità fino a diventare noiosa è perché so che moltissimi lavoratori e lavoratrici a partita iva e freelance del mondo digitale, accettano collaborazioni anche molto lunghe e spesso impegnative senza alcuna forma contrattuale (spesso anche senza aprire la partita iva, altra cosa che non morde eppure fa più paura di un’invasione zombie).

Avv. Valentina Fiorenza aka The Blonde Lawyer
Avv. Valentina Fiorenza

Prima di dirti a cosa badare una volta che chiedi e ottieni un contratto di prestazione professionale come professionista digitale, ribadiamo alcune cose per cui un contratto non solo non morde, ma è utile.

  • Il contratto può contenere, tra le altre cose, l’entità delle mansioni che devi svolgere, che spesso per i freelance non sono mai sufficientemente chiare in partenza.
    Esempio: sei un social media strategist e il cliente vuole, per tot euro al mese, che tu gestisca il loro piano editoriale sui social.
    Poi, dopo due o tre mesi, presa l’aria della masseria, chiedono anche scouting per trovare influencer per promuovere il brand, attivano chat su WhatsApp “per comunicare più velocemente”, chiedono anche i reel nel piano editoriale, che prima non esistevano e adesso sono indispensabili.
    Poi aggiungono la richiesta di gestione di TikTok, ClubHouse e social che a inizio collaborazione non esistevano.
    Ecco, un contatto dice, per una determinata tariffa, cosa devi fare. All’aumento sistematico delle mansioni, puoi chiedere un aumento proporzionale della tariffa.
  • Il contratto può delimitare il tempo della collaborazione permettendoti con più facilità, allo scadere del periodo, di rivalutare la tariffa proporzionalmente alle mansioni o agli altri impegni lavorativi che hai oppure di non rinnovarlo affatto.
  • Il contratto per freelance può essere replicabile, in modo simile (ma non identico) per più clienti e diventare anche un tuo modello operativo che ti caratterizza come professionista.

⁣Se sei ai tuoi primi contratti come freelance e lavoratore digitale a partita iva, ecco 5 consigli da mettere in pratica per essere sicuro di non imbattersi in insidie e accordi poco chiari, per sapere bene che cosa stai firmando e anche per essere parte attiva delle regole stabilire nell’accordo.

Io sono Valentina Fiorenza, Avvocata esperta in contratti (soprattutto per il mondo digitale) e GPDR.

Seguimi su Instagram per non avere più paura né degli uni né dell’altro.


Controlla chi è la tua controparte, prima di firmare un contratto


Ad oggi anche il labrador della mia vicina ha un profilo social, non vedo perché non dovrebbe averlo la persona con cui ti stai per mettere in affari. ⁣
Se i social non ti danno risposta, chiedi all’intenet: il web non dimentica. ⁣
Se le tue ricerche sono state infruttuose, chiedi all’Agenzia delle Entrate: online è possibile verificare le p.iva, fare delle visure camerali a prezzi veramente modici e non muovendosi da casa e capire chi c’è dietro la “PincoPallo Space Balls s.r.l.” e da quanto tempo è in attività. Il Registro delle Imprese è uno strumento che può tornarti utile in questa fase.

Il web può rivelare se ci sono dei precedenti di collaboratori non soddisfatti del brand/persona fisica con la quale stai per firmare l’accordo.


Controlla la lunghezza del contratto ricordando che in medio stat virtus.

contratti
Ph. Gabrielle Henderson – Unsplash

La tradizione ci dice che i contratti sono lunghi. Molto lunghi e che sono noiosi e incomprensibili. Operiamo un distinguo: se stai cedendo un ramo d’azienda di Chanel ti puoi certamente trovare davanti ad un contratto di 85 pagine e ritenerti fortunato che non ne conti 127. Ma, ovviamente, dobbiamo sempre contestualizzare le situazioni.⁣

Il tuo accordo di creazione di contenuti per l’Hotel Piazza Grande, della durata di una settimana, può tranquillamente considerarsi dignitoso se non supera la due-tre semplici e chiare pagine.


Chiarezza, appunto

documenti per un blog in regola
avvocato Valentina Fiorenza, aka The Blond Lawyer

Checché se ne dica di noi avvocati e anche se non ci siano, nel tempo, costruiti una buona reputazione in merito alla capacità di farci capire dai più, un contratto è migliore se è chiaro.

Chi si vuole tutelare vuole chiarezza, per sè e per il proprio cliente, quindi anche chi fa redigere il contratto deve avere tutto l’interesse affinché questo si capisca in ogni parte.

Se non capisci un punto qualunque dell’accordo, chiedi. ⁣
Se la persona che ti presenta un contratto non sa rispondere alle tue domande sul suo stesso contratto (tipo quando a scuola copiavamo i compiti e la prof ci fulminava con la domanda sull’elaborato e noi ci esibivamo nel noto sguardo del pesce lesso) , io mi metterei sul chi vive.⁣

Se hai dubbi su una o più clausole (e non è un contratto per formulari) parla con la tua controparte per mettervi d’accordo su una formulazione che sia valida e chiara per tutti⁣.

Se non ti propongono un contratto da firmare… fallo tu

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responsabilità ph. Cytonn photography – unsplash

Ricorda che se sei una partita iva, sei anche tu una forma di impresa (se vuoi, scopri quali sono le varie forme di impresa e trova quella più adatta al tuo modello di business).

In quanto imprenditrice o imprenditore, sta anche a te tutelare il tuo business e il tuo lavoro quindi può essere sana norma e abitudine essere tu stesso a proporre un contratto, asciutto, semplice e chiaro, a chi ti propone una collaborazione.

Trasmetterai un grande senso di professionalità e ti estinguerai dai tuoi competitor.

Contatta un consulente. ⁣

contratti per freelance_firmare contratti

Ovviamente non ti potrei mai suggerire di scrivere da te il tuo contratto, ma ti consiglio di rivolgerti ad un consulente, che sia io, che come avvocata mi occupo anche di creare i contatti adatti ad ogni specifico caso, o qualcuno che conosci e di cui ti fidi.


I contratti sono impegni giuridicamente rilevanti. ⁣
Il “non avevo capito” / “adesso non mi piace più” non è, salvo casi molto particolari, contemplato. ⁣
Un consulente valido esamina per voi il contratto, vi indica punti di forza e debolezza e vi fa vivere tranquilli.⁣