Sugli hashtag per le sponsorizzate su Instagram, TikTok e consorelle, cioè per i contenuti pubblicati dietro regali, compensi o contratti specifici tra aziende e creator, pare esserci ancora confusione.
Su questo blog e su vari altri luoghi virtuali in cui quotidianamente chiacchieriamo, abbiamo ampiamente e dettagliatamente parlato di sponsorizzate su Instagram, di come fare accordi con i brand, di buone pratiche legali ed errori madornali da non fare.
Ti ripropongo qui l’approfondimento su come fare sponsorizzate Instagram trasparenti e a prova di legge.
Oggi, in modo più specifico, ci soffermiamo sull’utilizzo degli hashtag in questo tipo di post, non solo su Instagram ma anche su tutti gli altri social e canali web, da blog ad app; ancora spesso vedo, come tutti del resto, utilizzare male, non utilizzare affatto, utilizzare in modo confuso o ingannevole hashtag e diciture obbligatorie, facendo sì che il creator e le aziende partner vadano incontro a seri, serissimi rischi e sanzioni, che ricordiamo in chiusura.
Partiamo dicendo che l’uso degli hashtag per le sponsorizzate e i contenuti frutto di collaborazioni vengono regolati da un documento chiamato “Digital Chart”.
Che cosa è la digital chart
La Digital Chart è un documento stilato dallo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria che regola le forme di comunicazione commerciale sul web, come ad esempio le modalità di dichiarazione dei contenuti promozionali sui post sponsorizzati sui social, nelle campagna di influencer marketing, negli gli articoli sponsorizzati da terzi sui blog, nelle pubblicità contenute nelle App, nel così detto native advertising e tutte le forme in evoluzione di promozione più o meno chiare presenti sul web.
Obiettivo della Digital Chart – si legge sul sito di IAP – è quello di svolgere una ricognizione sulle più diffuse forme di comunicazione commerciale nella Rete e nel mondo digitale in genere, e di fissare criteri per la riconoscibilità della comunicazione commerciale nel rispetto dell’articolo 7 del C.A.
La Digital Chart è un documento che tutti i creator digitali (e tutte le persone che sono sul web) dovrebbero conoscere e che ci dice, tra le altre cose, come usare in modo consapevole e legale determinati Hashtag.
Può essere, quindi, utile, un ripasso sui contratti di e per Influencer Marketing e su come deve essere un buon contratto per collaborazione con un blogger.
Io sono Valentina Fiorenza, Avvocata specializzata in diritto digitale, GDPR, marchi e contratti per freelance digitali.
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“lo stai usando in modo saggio e legale”
Quali hashtag utilizzare per i post sponsorizzati su Instagram?
Secondo quanto indicato dalla Digital Chart, nel caso in cui crei un contenuti sponsorizzato (quindi pagato) da un brand, gli hashtag da inserire sono:
#Pubblcità
#sponsorizzatoda + tag del @brand
oppure i loro corrispondenti in lingua inglese
#Advertising
#ADV + tag del @brand
Se invece è il caso di un invio occasionale di prodotti o di prodotti di modico valore o di un regalo che il creator mostra anche senza un contratto di sponsorship o ambassadorship, anche in questo caso è necessario utilizzare degli hashtag, e questi sono
#prodottoinviatoda
#regalatoda
o il corrispettivo in lingua inglese
#giftedby + tag del @brand
#Gifted + tag del @brand
Gli hashtag devono essere visibili: che cosa vuol dire “visibile” per la Digital Chart?
Niente paura: in fondo la Digital Chart dice cose cui arriviamo tutti e tutte con il buon senso, ma il fatto che sia nata la necessità di creare un documento regolativo ad hoc indica quanto i creator negli ultimi anni abbiano voltato le spalle anche a questo, oltre che alla legge sulla trasparenza.
Gli Hashtag di regali e sponsorizzate devono essere in posizione non criptica, non nascosta, cioè, gli hashtag dei post sponsorizzati devono essere scritti tra i primi tre della didascalia del post (non al decimo posto, non nascosti tra #picoftheday e #sundaymood al ventesimo posto. Tra i primi tre).
Se ad essere sponsorizzati sono i video in 9:16, cioè, se la promozione, dimostrazione, valutazione di un prodotto dietro compenso o regalato, avviene in una storia su Instagram, in un reel o in un video su TikTok, gli hashtag indicati dalla Digital Chart devono essere anche qui ben visibili, dunque di una grandezza chiara e di un colore non mimetizzato con i colori presenti nel video. Quindi niente hashtag bianchi su sfondo bianco, messi in minuscolo nell’anolino, nascosti da un adesivo o fumetto animato.
Questo vale anche per i video su YouTube, che si tratti di tutorial in collaborazione con un brand (qualunque tipo di collaborazione, anche senza soldi di mezzo ma solo con invio di beni), sia che si tratti di altri contenuti apparentemente non commerciali (ad esempio, travel vlog in cui si dichiara di utilizzare tale macchina fotografica o tale drone e questo è omaggio da parte di un brand).
Ricordiamo che le piattaforme come Instagram consentono di inserire, tra i parametri e le impostazioni generali stesse del post, la dicitura “partnership pubblicizzata” con tag all’azienda.
Cosa succede se non uso affatto o correttamente gli hashtag?
Se non dichiariamo chiaramente attraverso gli hashtag, in modo trasparente, che stiamo promuovendo un prodotto dietro partnership, possiamo subire un procedimento per pubblicità ingannevole.
Amiche e amici creator, non dobbiamo necessariamente dire quanto un brand ci ha pagato o se stiamo facendo una promozione basata su un regalo per via di una lunga amicizia.
Il punto è che un prodotto che riceviamo in regalo può essere anche il nostro prodotto preferito della vita, ma se non avessimo ricevuto quel pacchetto dall’azienda, quella storia non l’avremmo fatta e questo il nostro utente, follower, lettore, lo deve sapere, per innescare quel minimo di automatico senso critico e meccanismo di difesa che ancora gli/le rimane, per capire se acquistare quel prodotto perché sinceramente suggerito da “un’amica del web” o se suggerito, sempre con sincerità, ma da qualcuno che ha ricevuto denaro o benefit per farlo.