Cosa fare se un cliente non paga? Come fare recupero crediti legalmente, senza scomodare brutti ceffi e senza fare minacce corporali? E come prevenire (che è sempre meglio che curare)?

Quando il cliente non paga: potrebbe essere il titolo di almeno un capitolo del romanzo di ogni freelance e partita iva o lavoratore a contratto con ritenuta d’acconto.

Si va dalle prime giustificazioni tipo “stiamo aspettando altri pagamenti e quando arrivano il primo ad essere pagato sarai tu”, passando dal “non ho avuto neanche un attimo per fare il bonifico, avrei voluto ma qui a Dubai internet non prende bene”, o ancora si arriva fino al più drammatico “in realtà non siamo soddisfatti del lavoro svolto quindi dobbiamo ridiscutere tutto”.

So di aver toccato dei punti dolenti per molte e molti, quindi respirate di diaframma, lanciate un “Om” di un minuto e poi riprendete a leggere perché, mie anime raminghe in questo complesso mondo del lavoro, vi do delle dritte per avere quanto dovuto e, dulcis in fundo, vi dico (anzi vi ricordo, perché ne parlo di continuo) come evitare che questi sgradevoli ma possibili inconvenienti capitino.

Come avere i propri soldi se il clienti non paga, in due fasi

Prima fase: precostituire le prove.

Avete firmato un contratto? Perché se ancora servissero dei buoni motivi per convincervi a farne firmare uno (vero) ai vostri clienti, eccolo qui: un contratto contiene le modalità operative di un accordo, indicherà bene quale tipo di mansione devi svolgere e in quanto tempo, quali sono le tempistiche di pagamento e le modalità.
Un contratto fatto bene ha in sé tutte queste cose e noi avvocati (specializzati nella stesura di contratti) serviamo proprio a questo, quindi usaci più che puoi.

A proposito, io sono Valentina Fiorenza, Avvocata specializzata in contratti, diritto digitale e GDPR.

Ho già scritto qualcosa di utile sulle cose da fare prima di firmare un contratto.

Prima di illustrarti quali sono le altre prove valide che servono per avere le spalle coperte e recuperare più facilmente quanto dovuto, mi soffermo ancora un attimo sul punto “contratto”.
Spesso i liberi professionisti, soprattutto i freelance alle prime armi e primi clienti, aspettano che sia il cliente stesso a proporre il contratto da firmare.

E invece, cari imprenditori di voi stessi, non è così: dal momento che siamo padroni del nostro destino e delle nostre partite iva, possiamo anche noi far redigere un contratto da un professionista (che ci serva da “tipo”, “esempio” da adattare ad ogni situazione) e presentarlo poi al cliente per la firma.

Anche senza contratto, comunque, c’è speranza (posto che, sia chiaro, col contratto è tutto più semplice poichè non è necessario provare il rapporto sottostante, motivo per cui, contratto sempre e comunque)

Esclusione di responsabilità - dimitri-karastelev-unsplash
ph. Dimitri Karastelev, unsplash

Non sono solo i contratti a poter servire come prove di un’avvenuta prestazione di lavoro.
Ad esempio, tutte le comunicazioni scritte (via e-mail o messaggi su chat) sono prova di avvenute consegne, gestione delle fasi del lavoro, impegno di pagamento.
Ovviamente anche gli eventuali accordi modificativi di precedenti pattuizioni vanno sempre rimarcati per iscritto, anche se ci si è accordati per la modifica per le vie brevi (tipo a voce o dopo una telefonata).

Dunque, sempre per quella storia che verba volant, scripta manent, meglio comunicare sempre per iscritto le consegne date al cliente e portate a termine e soprattutto, chiedere al cliente di mandarti una mail “come promemoria” delle eventuali modifiche di accordo fatte per telefono.

Possiamo passare per pedanti e anche per gente sospettosa e so che spesso lavoriamo in contesti medio piccoli in cui si crea anche un’atmosfera “amicale”.
So anche che spesso, chiedendo di mettere per iscritto le richieste, passiamo per “sindacalisti”, come se l’avere un approccio alla tutela del lavoro fosse una delle colpe da Prima Repubblica.

Non facciamoci intimorire: il mondo del lavoro (precario) degli ultimi venti anni ha reso la comprensione dei nostri diritti più labile. Riprendiamoci assertività e consapevolezza.

Inoltre, dal momento che sappiamo bene che le amicizie più lunghe e sincere scoppiano per “cose di soldi”, figuriamoci i rapporti di lavoro, superiamo l’ostacolo del “ma poi pensano che io penso che non mi fido” e chiediamo sempre messaggi scritti quando si tratta di variazioni agli accordi e consegne. Se serve, usa la scusa del “ho bisogno di un promemoria scritto, me lo mandi via e-mail?”.

Questi consigli sono per lo più validi per prevenire il guaio e rendere più difficile al cliente il non ottemperare ai suoi doveri.

Ma se nonostante abbiamo prove a sufficienza di aver lavorato per un accordo che prevedeva una retribuzione e questa non arriva? E se il cliente non paga nonostante contratto, e-mail e messaggi scritti?

Seconda fase: come procedere

reati online ecyber security

Quando si mette di mezzo la legge, si procede per gradi. Se il cliente non paga, il primo step è

  • la diffida che potremmo definire “amichevole”

Con questo termine intendo una e-mail, pec, raccomandata (le ultime due ci danno certezza legale di invio e ricezione) con cui chiediamo bonariamente l’adempimento (che può avere le formulazioni e gli approcci più vari ed eventuali). Molto importante che in questa comunicazione scritta, per quanto formalmente amichevole, sia ben chiaro il termine entro il quale pretendiamo il pagamento.
Il cliente capirà che dopo quel termine seguiranno altre azioni.

  • Diffida ad adempiere

Qui, di amichevole non c’è più nulla. Questo è il momento in cui decidi di affidarti ad un legale per recuperare il tuo credito.
Sarà dunque l’avvocato a spiegarti l’iter da poter seguire nel tuo caso, le opzioni che hai davanti in base al caso concreto e le eventuali conseguenze come, ad esempio, un decreto ingiuntivo e/o il conseguente procedimento esecutivo.

Dunque, cosa fare prevenire possibili beghe con cliente che non pagano?

  • firmare o far firmare un contratto;
  • mettere per iscritto tutte le comunicazioni di lavoro, almeno quelle importanti (consegne, variazioni in tempi e pagamenti);
  • evitare il più possibile i garbugli (tipo abbiamo fretta, questa cifra la imputiamo al pagamento di questo mezzo lavoro, l’altra al pagamento che deve arrivare dai fondi regionali + la radice quadrata elevata alla settima…);

Come agire se il cliente non paga

  • diffida “amichevole”;
  • rivolgersi ad un legale;
  • diffida ad adempiere;
  • decreto ingiuntivo procedimento esecutivo e/o

Dunque pazientare, perché se sei nel giusto, il pagamento dovrà arrivare.