Hai intenzione di lavorare nel mondo digitale (oppure lo fai da un po’, come attività collaterale) ma non sai se è il caso di aprire la partita iva? Quali sono le regole legali da seguire, come e quando far redigere dei contratti per le tue prestazioni, come sfruttare questo immenso luogo di opportunità ancora quasi tutte da scrivere?
Ecco alcune cose utili da sapere per dare il via alla tua vita da lavoratore digitale.
Ma prima, partiamo da una premessa sempre utile, per chi ancora è in fase di analisi di questo universo, onde valutare se faccia realmente al proprio caso.
Cosa vuol dire lavorare nel digitale?
Si intende per “lavoro digitale” e “lavorare nel digitale” l’esercitare una professione che può essere svolta e implementata attraverso piattaforme del web, non necessariamente legate a luoghi fisici o a cicli di produzione materiali.
Da non confondere con il concetto di digital labor, attività industriale di chi produce piattaforme e software che facilitano il mercato digitale, il concetto legato alla locuzione “lavorare nel digitale” è molto generica, in realtà, perché
- non si riferisce ad un lavoro o attività specifica bensì ad una modalità lavorativa e ai mezzi che adopera (per capirci, ci sono lavori che possono benissimo essere svolti sia in maniera analogica che digitale);
- comprende un’infinità di lavori che, per altro, sono in costante aumento.
Dunque lavora nel digitale un Social Media Manager come un blogger, chi ha un’attività di vendita basata sull’online, chi vende prodotti digitali (dispense, libri, video corsi), chi fa formazione online, persino chi ha un’attività che fino a 10 anni fa poteva svolgersi solo di persona e oggi può essere svolta anche al 100% online.
Dunque, anche un’insegnante di Yoga che tiene i suoi corsi live su piattaforme di video chiamate, uno psicologo che lavora attraverso sessioni web, un insegnante di lingua che fa ripetizioni online in tutta Italia, sono a loro modo parte dell’universo delle professioni digitali o, come nel caso specifico, digitalizzate o in via di digitalizzazione.
Ci sono poi, come anticipato, una serie di nuove professioni digitali in crescita, dal Tok Tok strategist al Adv expert, dal podcast director al Digital Transformation Specialists e tantissime altre, per non parlare di quelle che non sono ancora nate, laddove siamo solo agli inizi della nuova era dei lavori digitali.
I passi per creare un lavoro digitale
Il mondo digitale visto da fuori può apparire come un’immensa prateria di opportunità e per certi aspetti lo è.
Ma opportunità non vuol dire zero impegno, non vuol dire verdi giardini senza spine né ortiche, non vuol dire, insomma, fare un percorso (e un guadagno) facile, senza seguire gli iter che riguardano il mondo del lavoro in generale.
Quando aprire la partita iva come blogger? – [qui ti racconto come contrattualizzare il tuo lavoro da blogger]
Quali sono i miei diritti e doveri contrattuali come influencer? – [qui ti parlo di come contrattualizzare il tuo lavoro di Influencer]
Cosa sono realmente tenuta/o a fare come Social Media Manager? – [qui ti parlo di come creare il tuo business come SMM]
Queste sono solo alcune delle domande (più che sensate a dire il vero) alle quali bisogna rispondere, e farlo da soli, in un mercato così recente e con così tante variazioni costanti, può essere complesso.
Lavorare nel digitale prevede unire un know how professionale alla comprensione dei processi e le modalità del mondo digitale, insieme alle basi dell’universo legislativo che si sta sviluppando intorno alle professioni digitali.
Anche le regolamentazioni infatti sono in costante aggiornamento, basti guardare alle modifiche e aggiornamenti dei regolamenti che disciplinano il trattamento dei dati degli utenti del web (anche quelli che navigano, ad esempio, sul tuo sito o e-commerce), solo per fare un esempio.
Quali sono gli step per lavorare nel digitale?
- capire quale è la professione migliore, per te, da intraprendere;
- trovare un consulente commercialista, per capire quale è il miglior inquadramento per te;
- informati sui tuoi doveri e adempimenti legali (contratti necessari se vendi prodotti o servizi, e…
- …se hai un sito web, informative per il trattamento dei dati dei tuoi utenti e clienti e adeguamento al GDPR,
- valutare se tutelare il tuo progetto attraverso una registrazione di un marchio.
Quando devo aprire la partita iva per il mio lavoro digitale?
Se hai deciso di erogare dei servizi a pagamento , non esiste motivo valido per non aprire la P.iva perché in Italia (e in Europa) per fatturare serve avere un inquadramento fiscale professionale, come spiegato nel dettaglio in questo articolo in cui parlo di freelance e partita iva, come aprirla a seconda delle tue necessità.
In particolare se promuovi ed eroghi (dunque vendi) i tuoi servizi e prodotti attraverso il tuo blog o sito web, non è possibile per te non avere la partita iva, perché indipendentemente dai tuoi clienti, il sito attraverso il quale vendi è sempre lì, non è saltuario, non è “occasionale”.
Dal momento che ci sono diverse variabili al caso (essere anche lavoratori dipendenti, affiancare un’attività remunerativa alternativa e autonoma ma saltuaria ecc), è d’obbligo trovare un consulente commercialista che possa ben indirizzarti, meglio se qualcuno più esperto proprio nel mondo delle nuove professioni digitali.
Come creare un e-commerce in regola? Te lo spiego qui.
Si fa presto a dire “vorrei lavorare nel digitale”… e magari sposare un progetto di nomadismo. Ma anche i creator che vediamo vivere serenamente in camper tra una spiaggia e una noce di cocco, hanno intrapreso il più delle volte un percorso non senza difficoltà.
Ebbene sì, anche loro, i più liberi, hanno a che fare con commercialisti, avvocati e consulenti legali, registrazione di marchi e scartoffie per regolarizzare forme di impresa, con relativa tassazione.