Il fenomeno delle molestie online passa da chat, social, siti di appuntamenti e spesso fanno capolinea anche nella vita non virtuale. Impariamo a conoscerle e a difenderci (da soli e a vicenda)

I dati di una ricerca commissionata da Amnesty International in merito alle molestie e violenze perpetrate via web ai danni di donne e anche di minori sono sconcertanti.
Una donna su 4, in occidente, ha subito almeno un attacco/offesa/molestia online, principalmente a mezzo social netwok.

In Italia il dato resta simile, dal momento che delle 501 donne intervistate, 81 hanno subito molestie o minacce online, 62 delle quali sui social media.

Le molestie via web non riguardano solo donne, anche se è un dato evidente che esse siano ancora il bersaglio principale.

Cosa ancora più grave, aumenta, in questa società in cui non è ben chiaro il confine tra reale e virtuale, l’offesa, la minaccia perpetrata, la molestia sessuale a minori, tra minori e da parte di adulti.

La legge ci tutela: non smetterò mai di ripeterlo perché da cittadina prima ancora che da avvocata, ritengo fondamentale la fiducia nel codice.
Tuttavia è bene ricordare che possiamo e dobbiamo anche darci reciproco supporto e aiuto, imparare a conoscere i rischi delle piattaforme in cui ci muoviamo quotidianamente, insegnare questi rischi ad amici, amiche e soprattutto ai minori.

La distanza sempre meno netta tra reale e virtuale

diffamazione online

Prima di passare in rassegna e approfondire diversi tipi di molestie online e ribadire per ognuna come è possibile prevenire e difendersi a offesa avvenuta, vorrei che tutti ci soffermassimo sulla difficoltà che, spesso inconsapevolmente, stiamo vivendo.

Siamo in un’epoca in cui i confini tra reale e virtuale non sono più netti e precisi come erano appena dieci anni fa.
I social, i siti di dating e a breve anche il metaverso, che investirà le nostre vite come un’ulteriore onda [alla quale, a mio avviso, non siamo pronti e che personalmente mi sarei risparmiata], hanno reso il web e le relazioni che vi intessiamo parte integrante della nostra vita reale.

Sul web coltiviamo relazioni, talvolta definendole amori e amicizie, che possono anche non passare mai da un incontro reale.
L’intangibilità delle persone ci porta spesso a vedere come lontani e non tangibili i pericoli e questo ha a che fare soprattutto con chi non ha tutti gli strumenti per decodificare questo mondo.
E, per la prima volta nella storia, chi non ha questi strumenti di decodifica smaliziata di un pericolo non sono solo i giovani (anzi, è quasi l’esatto opposto. Sono in primis gli adulti, i non nativi digitali, a non capire i pericoli del web).

Quali sono i diversi tipi di molestie online e come difenderci e difendere altri?

revenge porn - come denunciare

Partiamo con il dire che qualunque tipo di atto di molestia o offesa, penalmente perseguibile, trova nell’essere perpetrato online un aggravante. E già qui la legge ci dà la prima buona notizia.

Molestie sessuali via web

Le molestie sessuali trovano nella rete uno schermo per l’offensore, ma non per la vittima.

Il web è un mezzo facilitatore e un apparente schermo di de-responsabilizzazione nelle chat, sui social, sui siti di appuntamenti.

La cosa più ovvia da dire e che se qualcuno fa delle avance non gradite tramite un qualunque mezzo di comunicazione online, possiamo bloccare il contatto.
Vero è anche, però, che nei casi più insistenti e odiosi il molestatore crea più profili tramite i quali protrarre la persecuzione e bloccarli tutti diventa difficile, impossibile e comunque inficia la serenità e la vita della vittima.

Cosa fare dunque in caso di molestia sessuale via web (chat o social) da una persona che conosciamo?

Attraverso l’operato della polizia postale è possibile rintracciare il reo, sporgendo denuncia. Dunque è bene raccogliere materiale che dimostri i fatti e le nostre ragioni, recarsi presso la caserma di polizia più vicina e sporgere denuncia per molestia a mezzo web.

Molestie da parte di persone conosciute nelle chat di dating

Le chat e App di dating sono delle applicazioni che consentono a persone di conoscere altre persone per appuntamenti, semplice sesso, o per cercare l’anima gemella.
Sono molto usate soprattuto tra single, ma non in via esclusiva.
Negli ultimi anni si è diffuso così tanto il fenomeno di uso di queste app da parte di molestatori alla ricerca di prede, da portare Tinder, la più grande azienda di online dating, a creare un servizio attraverso il quale segnalare, alla App e poi alla polizia, i casi di appuntamenti finiti in atti violenti e persecutori.

denuncia di stalking_senso di solitudine
ph. Verne Ho – unsplash

Stalking online (molestie e persecuzioni anche tramite web)

Gli stalker, coloro che perseguitano una persona con chiamate, appostamenti, controllo della vita privata, hanno trovato nel web uno strumento potentissimo.

Chi subisce la ricezione di messaggi non graditi, appostamenti, intimidazioni e azioni che compromettono la libertà personale, l’incolumità o la serenità individuale si può CHIAMARE IL NUMERO 1522, numero Antiviolenza e Stalking.
Sul portale del servizio sono presenti anche i contatti dei referenti regionali, che consentono quando è necessario di essere messe in contatto con i centri antiviolenza più vicini.

Ciò detto, esistono anche dei procedimenti penali purtroppo non brevi come dovrebbero essere, visto lo stato di ansia in cui verte una vittima di stalking.

Ti invito caldamente ad approfondire con questo articolo in cui analizziamo anche il contesto di smarrimento in cui spesso, la denuncia, avviene.

Revenge porn (vendetta tramite diffusione di materiale sessualmente esplicito)

Il revenge porn è, per antonomasia, l’arma bieca degli ex amanti, o comunque persone nelle quali la vittima, per un periodo di tempo, ha riposto fiducia; tuttavia ci sono dei casi in cui il reato viene compiuto da soggetti terzi che nulla o quasi hanno a che fare con le vittime o la vittima. Ricordiamo comunque che sarebbe persino opportuno smettere di parlare di “revenge”: spesso non è una vendetta, è solo stupidità, malafede e noncuranza con le quali si può rovinare la vita alle persone.
Il Revenge porn, in poche parole, consiste nel diffondere materiale video o fotografico sessualmente esplicito della vittima, al fine di ledere la sua reputazione.

Le dinamiche psicologiche e sociali che sottendono un reato tanto odioso sono complesse da analizzare e in parte lo abbiamo fatto in questo articolo, dove spiego anche cosa è possibile fare per denunciare e aiutare a denunciare le vittime di revenge porn.
La pena per il reo consiste in reclusione (da 1 a 6 anni) e multa (da 5000 a 15000 euro).

Cyberbullismo

cyber bullismo che fare
ph. michal-parzuchowski- unsplash

Una “considerazione istituzionale” del fenomeno del cyber bullismo si è avuta per la prima volta con la legge n. 71 del 2017 che, si legge sul sito della Camera dei deputati. Essa è, come recita il testo,

“volta alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Il provvedimento introduce una serie di misure di carattere educativo e formativo, finalizzate in particolare a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani del disvalore di comportamenti persecutori che, generando spesso isolamento ed emarginazione, possono portare a conseguenze anche molto gravi su vittime in situazione di particolare fragilità.”

In questo articolo ti spiego cosa puoi fare, legalmente, per denunciare e fermare episodi di cyberbullismo di cui sei vittima o a conoscenza.

Diffamazione online

Il Codice Penale parla di diffamazione riferendosi a quando, chiunque, comunicando con più persone, offende la reputazione altrui, ledendo il bene del diritto al buon nome e alla positiva reputazione.

La violazione di tale diritto attraverso la diffusione di informazioni (vere o false che siano) è considerato reato e il fatto che avvenga attraverso la potenza del web è considerata un’aggravante.

Cosa puoi fare in caso di diffamazione online è spiegato nel dettaglio in questo articolo, e la pena per il reo va dai sei mesi ai tre anni di reclusione e pena pecuniaria fino a 500 euro.

In questo frangente rientrano altre specifiche più sociali che legali, come il caso del body shaming che diventa atto persecutorio, come spiego qui in maniera più approfondita.

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ph. Joel Muniz, unsplash

Il web ci ha resi in parte più connessi, in parte più soli e il senso di solitudine e isolamento delle vittime è l’arma principale che come società diamo in mano ai persecutori.

Se una vittima di molestie, persecuzioni, offese via web vuole denunciare, non facciamoglielo fare da sola. Accompagniamola dalla polizia, dagli avvocati, nei centri anti violenza.

Esiste la legge, è vero, ma senza reti civili vale quanto un computer senza connessione a internet.