Fare pagamenti online a rate è pratica sempre più diffusa e semplice; questa semplicità su processi in realtà complessi come le scelte di acquisto è ciò che rende i consumatori più vulnerabili.

Ecco alcune piccole indicazioni e cose cui fare attenzione quando si procede – con troppa leggerezza – all’acquisto di beni online “tanto sono solo 30 rate da 40 euro al mese, che vuoi che sia!”.

Black friday, Natale, cyber monday… l’inverno sembra ormai, nell’epoca del commercio online globalizzato, la stagione degli sconti e delle offerte che tutti vi dicono che non potrete rifiutare.

Riflessioni sociali a parte, non c’è dubbio che per il mondo dell’impresa e del commercio, soprattutto per la micro-impresa, la possibilità con cui oggi è possibile effettuare o far effettuare ai propri clienti dei pagamenti online con massima facilità, addirittura con modalità fast check-out, è una manna, un enorme vantaggio.

Ora è sempre più diffusa, sia su e-commerce molto grandi che su piattaforme più modeste, la possibilità di effettuare pagamenti rateizzati anche per importi di poche centinaia di euro, addirittura per pagamenti al di sotto dei 200 euro.

Questa pratica permette di spalmare il costo di necessità e piccoli capricci su diversi mesi, in modo tale da rendere più “democratico” l’acquisto.

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ph. bench accounting – unsplash



Val bene specificare, però, che l’opzione del dilazionamento dei pagamenti, anche per beni dal costo tutto sommato non eccessivo, non è certo quello di democratizzare i consumi, quanto quello di ridurre i dubbi dei consumatori che, soprattutto in tempi di rincari su tutto il paniere dei principali beni di consumo essenziali, possono essere meno portati a spendere per beni non considerati necessari.

Insomma, la rateizzazione facile per i beni acquistati sul web consente di fare quel “click” che conduce all’acquisto in modo più immediato, con meno pensieri e meno pensiero (critico).

Non sono certo solo io, la vostra avvocata del web, che vi fa questo monito, ma ci ha pensato ben prima di me e in modo più autorevole la Banca d’Italia, che in una circolare del 28 ottobre 2022 ha attenzionato la pratica del così detto BNPL (buy now, pay later, i.e. compra ora, paga dopo), ormai comune online e offline.

Il monito della Banca d’Italia sottolinea quanto la facilità con cui è possibile acquistare beni a rate potrebbe incentivare acquisti poco consapevoli e portare il consumatore ad un sovraindebitamento ( ad esempio, in periodi come quelli di black friday e cyber monday).

Cosa tenere a mente prima di procedere ad un acquisto a rate online

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  1. Il metodo buy now, pay later non è oggetto, in Italia, di una specifica regolamentazione, per tanto le discipline e le tutele dipendono dal modo in cui è configurata la singola vendita e ogni specifico caso.
  2. Il pagamento di tipo BNPL è un contratto di vendita che ha tre (e non solo due) parti: il consumatore, il venditore e un terzo ente che rende possibile il dilazionamento, attraverso forme di finanziamento concordate precedentemente con il venditore: tale credito NON comporta il più delle volte degli interessi ma solo commissioni in caso di ritardo nel pagamento delle rate. (leggere, in tal caso, con massima attenzione le condizioni generali di vendita diventa fondamentale per essere certi della presenza o meno di oneri o interessi).
  3. Nel caso in cui la rateizzazione sia per beni dal costo pari o superiore alle 200 euro, oppure nel caso in cui vi siano interessi o oneri a carico di chi acquista (al di là del costo del bene), entrano in ballo le norme sul credito al consumo.

Cosa prevedono le Norme sul Credito al consumo?

Però prima facciamo un passo indietro: cos’è il credito al consumo? Si tratta di tutte quelle situazioni in cui, un soggetto, come ad esempio una banca, anticipi ad un venditore del denaro per l’acquisto di un bene da parte di un consumatore; il soggetto che ha operato il finanziamento lo riotterrà rivalendosi sul credito ceduto ma a rate e direttamente dal conto del cliente stesso. Ecco, le norme che regolamentano il meccanismo appena descritto si basano fortemente sul principio di informazione e trasparenza.

Dunque, in base a questo regolamento e in estrema sintesi, per le norme sul credito al consumo il consumatore ha diritto:

  • Ad essere informato del tipo di finanziamento fin dalla fase in cui il bene soggetto a finanziamento viene promosso,
  • A ricevere un documento precontrattuale secondo uno standard europeo,
  • Al recesso dal contratto di credito entro 14 giorni e, in tal caso, al rimborso delle somme versate come anticipo.

Ma perché tutte queste raccomandazioni? La Banca d’Italia crede che i consumatori siano stupidi e necessitino di moniti di questo tipo?

Non stupidi, no di certo, ma si sa che non tutti i consumatori sono esperti di marketing e psicologia dell’acquisto, mentre chi sperimenta nuove forme di vendita sì. Per via della disparità tra chi commercia un bene e chi lo acquista, il codice (non certo la Banca d’Italia) tutela il consumatore.