Cosa può fare una vittima di revenge porn e chi sono le persone coinvolte nel reato? Scopriamo bene cosa è e come tutelarci.

Se non vivi sulla montagna del sapone, è probabile che tu abbia sentito parlare di revenge porn, anche per via di recenti casi di cronaca – purtroppo anche nera – di cui parleremo a breve.

Cerchiamo di capire qualcosa in più su questo reato, dal significato del nome, a chi sono i rei e chi le vittime e, ovviamente e come d’abitudine, capiamo insieme cosa possiamo fare per non esserne vittime e infine per difenderci quando invece lo siamo.

Cosa è il revenge porn?

denunciare per stalking
ph. Danny G. – unsplash

Partiamo dalla fattispecie giuridica e dal nome con il quale viene comunemente definito questo reato.

Il titolo di reato è rubricato come “Diffusione illecita di video e/o foto sessualmente espliciti”, dove “illecita” è riferito prettamente al mancato consenso di una o più persone ritratte e presenti in detto materiale.

Il gergo diffuso per identificare questo illecito è revenge porn, cioè “porno (diffuso) per vendetta”, per via del numero significativo (tanto significativo da creare un nome e un fenomeno sociale) di rei che diffondono materiale sessualmente esplicito (pornografico) ritraenti proprie ex compagne o amanti, al fine di metterle socialmente ed emotivamente in difficoltà.
Il movente è banalmente definito “vendetta”.

Il reo, consapevole dello stigma sociale legato alla sessualità esposta, decide di diffondere detto materiale in chat di gruppo, sul web, sui social, a seconda del tipo di danno e di impatto che vuol creare nella vita della vittima.

Ma attenzione, perché la gergale e nazional-popolare nomenclatura di revenge porn fa credere che il solo colpevole dell’illecito sia l’ex vendicativo, ed è un grosso errore.
Possono essere sanzionate anche le persone che, una volta ricevuto, ad esempio via chat, una foto o un video con materiale esplicito della ex a loro di fatto sconosicuta, lo diffondono su altre chat.

La legge punisce chi, dopo aver ricevuto materiale sessualmente esplicito,

  • Invia
  • Consegna
  • Cede
  • Pubblica
  • Diffonde

tale materiale pornografico.

Quando la vittima è coniuge o ex coniuge o una persona con cui si è avuto una relazione, è aggravante.
Ovviamente c’è un’aggravante anche quando la vittima è minore o persona con disabilità fisica o psichica.

Un caso recente di revenge porn in Italia

revenge porn alison-courtney
ph. Allison Courtney

Ci sono diversi casi, nella giurisprudenza italiana, di persone vittime di revenge porn (prettamente donne), alcune delle quali anche suicidatesi a seguito della diffusione di materiale pornografico che le riguardava, come nel caso di Tiziana Cantone (per quanto l’inchiesta sia stata riaperta con il nuovo capo di accusa di omicidio).

Diverso l’epilogo di un’altro caso noto, in Italia, dell’insegnante di di una scuola elementare di Torino.

Un uomo che l’insegnante ha frequentato per un po’, dopo la fine della relazione ha avuto la geniale idea di diffondere i suoi video osé, da lei inviati durante la relazione, nelle chat del calcetto.
Il video è finito anche nel telefono del padre di un alunno della sua scuola in cui la donna lavorava, il quale ha avuto l’altrettanto geniale e cortese idea di mostrarlo alla moglie e da lì, è finito nelle chat delle mamme, dunque alla preside.

Pare una puntata dei Simpson, in cui immaginiamo la madre di Skinner, la Caprapal e la Moglie del Reverendo Lovejoy aizzare i forcaioli contro un’insegnante dalla “pericolosa sessualità”, ma si tratta di una vicenda reale, nata e diffusasi attraverso le moderne anticamere dell’inferno, le chat dei calcetti e le chat dei genitori di alunni.

L’insegnante, vittima di un reato grave (della cui pena parliamo a breve), è stata anche vittima di mobbing e invitata a dare le dimissioni.

Stavolta però le cose sono andate diversamente: la vittima si è rivolta alla giustizia ed è partito un processo che ha coinvolto, tra gli imputati, l’ex dell’insegnante per aver diffuso il video senza consenso, ma anche le persone che, nelle chat del calcetto e delle mamme, hanno inoltrato il messaggio. Sì, anche la solerte Preside della scuola è stata parte della causa, accusata di discriminazione e mobbing.

Quali sono le pene per il revenge porn?

La vittima del reato di Revenge Porn ha sei mesi di tempo per denunciare il fatto presso le autorità competenti.
La pena consiste nella reclusione da 1 a 6 anni e una multa che va dai 5000 ai 15.000 euro.

revenge porn - come denunciare

Il revenge porn può rientrare di diritto tra i reati relativi alla violenza di genere

Possiamo dire che il revenge porn può entrare nella fattispecie delle violenze di genere?
Di fatto il reato in questione può essere compito da chiunque, uomini e donne, ai danni di uomini e donne.

Vero è che lo stigma legato alla sessualità e in particolare alla sessualità esposta ed esplicita pesa sulle donne molto più di quanto non pesi sugli uomini per ragioni storico culturali difficili da abbattere.

I costumi sessuali sono ancora, soprattutto in alcuni ambienti, elemento di giudizio sull’etica di una donna più di quanto non lo siano (mai stati) per un uomo.
Ed è per questo che è soprattutto l’uomo in malafede che al fine di ledere una donna per ragioni personali, diffonde materiale che possa umiliarla.

Quindi sì, possiamo parlare di un fenomeno che, per frequenza e tipologia di movente e reo, rientra nel fenomeno sociale della violenza di genere. Questo ovviamente non esclude che anche gli uomini possono essere vittime di revenge porn, come ci sono uomini vittime di violenza sessuale.

Cosa fare se si è vittime di revenge porn

empowerment femminile - analisi omar-lopez
ph. Omar Lopez – unsplash

Ripetete con me, come un mantra: mandare una mia foto o vide osé al mio fidanzato/compagno/convivente/amante NON è un reato. Posso farlo. Magari non è l’idea del secolo ma sono libera di farlo.
La diffusione non autorizzata di quel materiale, però è illegittima e costituisce reato.

Quindi puoi e devi denunciare alle autorità competenti queste situazioni e ti consiglio anche di rivolgerti anche ad un avvocato che saprà come gestire bene l’eventuale iter giudiziario.
Come ho scritto in un post in cui parlo di cosa fare quando si è vittime di stalking, anche in questo caso, invito a chi conosce vittime di revenge porn a mostrare solidarietà e vicinanza. Può fare tanto nella scelta della vittima di denunciare.

Ripetete con me, anche questa cosa:

La sessualità è una cosa bellissima, le persone non lo sono sempre e per sempre.
Neanche quelle che ci piacciono e neanche quelle che amiamo.
Impariamo a difenderci dopo ma anche prima che qualcuno possa approfittare di qualcosa che ci rende vulnerabili.

Passare dal sexting all’inviare una foto è un attimo.
La tecnologia ci aiuta, la noia e il desiderio ci sostengono.
Quel momento, però, può costare veramente caro.
Non fate errate valutazioni.
Non date fiducia a chiunque.
Perché da “ti amo” a “ti rovino la vita” è un attimo.

revenge porn
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